“Sei tu…”. Si riabbracciano dopo 82 anni: le due migliori amiche separate dall’orrore
Hanno aspettato 82 lunghi anni per potersi incontrare, la storia è quella di due donne, amiche da sempre, con un passato in comune. Ana Maria e Betty, occhi negli occhi, non attendevano altro che poter vivere il momento di un incontro, dopo una lunga attesa e un unico pensiero trattenuto nel loro cuore, quello di scambiarsi un lungo abbraccio. E tutto questo è finalmente accaduto.
Insieme, anche di fronte alla tragedia di una guerra, che ha provato a separarle fisicamente, ma mai nell’animo. Correvano anni difficilissimi, quando le rispettive famiglie di Ana Maria Wahrenberg e di Betty Grebenschikoff, entrambe di origine ebrea, sono state costrette a fuggire dalla crudeltà nazista. Il terribile periodo dell’Olocausto, però, adesso più che mai è solo un doloroso ricordo da lasciare alle spalle.
E un abbraccio, dopo 82 anni, è la prova del miracolo che spesso rappresenta la vita, ben oltre le difficoltà e le paure umane. All’epoca Ana Maria e Betty erano due bambine di appena 9 anni, inseparabili e costrette a salutarsi un giorno, nel cortile di una scuola tedesca. Correva il mese di maggio del 1939, quando le due bimbe, guardandosi negli occhi, si sono scambiate anche la silenziosa promessa di potersi, un giorno, incontrare.
Una magia che è realmente accaduta il 5 novembre, quando le due inseparabili migliori amiche si sono strette in un lungo abbraccio, rincontrandosi in un albergo di St Petersburg, in Florida, grazie alla USC Shoah Foundation, un’organizzazione no-profit fondata da Steven Spielberg che registra e conserva i ricordi audiovisivi dei sopravvissuti all’Olocausto: “Sembrava di tornare a casa”, racconta Betty al Washington Post: “Era sempre nella mia mente. Abbiamo avuto questa sensazione, come se ci appartenessimo davvero”.
Un gioia, che anche Ana Maria ha spiegato con queste parole: “È stato molto emozionante. Era come se non fossimo mai state separate. È stato molto speciale come due persone, dopo 82 anni, si amino ancora. Non siamo le ragazze che eravamo quando avevamo nove anni, questo è certo, ma continuavamo a ridacchiare come se fossimo bambine”.