Gas pagato in rubli, Draghi si conferma buffone e contaballe! Eni ha ufficializzato l’apertura del conto in doppia valuta, come richiesto da Putin
Non c’era altra strada, come era già chiaro da ieri. L’Eni si adegua all’incertezza normativa, e all’ambiguità in cui anche la Commissione Ue ha scelto di rimanere, e apre il doppio conto presso GazpromBank, uno in euro e l’altro in rubli, per pagare le forniture di gas alla Russia. Lo fa con tutti i dubbi legati alle variabili e alle incognite che una situazione senza precedenti impone. E lo fa in accordo con il governo e tutelandosi, soprattutto dal punto di vista legale, in vista del possibile contenzioso che potrebbe nascere, con Mosca ma anche con le autorità europee.
La nota ufficiale che annuncia la decisione è scritta in maniera tale da prevenire qualsiasi scenario avverso. Eni, “in vista delle imminenti scadenze di pagamento previste per i prossimi giorni, ha avviato in via cautelativa le procedure relative all’apertura presso Gazprom Bank dei due conti correnti denominati K, uno in euro ed uno in rubli, indicati da Gazprom Export secondo una pretesa unilaterale di modifica dei contratti in essere, in coerenza con la nuova procedura per il pagamento del gas disposta dalla Federazione Russa”. Si agisce in via cautelativa e in seguito a una pretesa unilaterale.
Ma non basta. È necessario anche puntualizzare quale sia il quadro delle comunicazioni intercorse con Bruxelles. Dall’altro lato, “l’esecuzione dei pagamenti con queste modalità 2 non riscontra al momento nessun provvedimento normativo europeo che preveda divieti che incidano in maniera diretta sulla possibilità di eseguire le suddette operazioni (peraltro Eni, in linea con le indicazioni della Commissione Europea, ha già chiarito da tempo a Gazprom Export che l’adempimento degli obblighi contrattuali si intende completato con il trasferimento in euro, e rinnoverà il chiarimento all’atto di apertura dei conti K)”.
La conclusione a cui arriva Eni spiega perché il passo di oggi è sostanzialmente obbligato. “Se la nuova procedura appare quindi neutrale in termini di costi e rischi, non incompatibile con il quadro sanzionatorio in vigore e con adempimento che avviene al momento del trasferimento degli euro, un mancato pagamento esporrebbe Eni sia al rischio di violazione dell’obbligo di dar corso in buona fede ad eventuali richieste contrattuali di Gazprom Export imposte alla stessa dalla propria autorità, sia al rischio per Eni di inadempimento dei propri impegni di vendita con i clienti a valle in caso di interruzione delle forniture”.