La Russia lancia un reality show apertamente omofobo
Nel 2013 in Russia, la Duma, approvò una serie di norme molto pesanti che hanno reso molto più difficile la vita delle persone omosessuali. Il pacchetto di normative entrate in vigore ha da allora previsto multe consistenti per chiunque “diffonda informazioni” sull’omosessualità a persone che abbiano meno di 18 anni e organizzi manifestazioni a sostegno delle persone omosessuali. Di fatto, hanno osservato molte associazioni per i diritti umani, la legge ha vietato di parlare dell’omosessualità. Una legislazione che le associazioni per i diritti umani hanno condannato, “affermando che ha contribuito ad aumentare l’ostilità sociale nei confronti dell’omosessualità”, ma che, al contempo, ha ispirato la sua gemella ungherese promulgata dal premier Viktor Orban. Per questa avversione radicata verso la comunità LGBTQI+, la paura che la guerra contro l’Ucraina da parte della Russia possa diventare anche persecuzione ai danni delle persone queer è altissima. Oksana Solonska, tra le organizzatrici del Kiev Pride, il giorno prima dell’invasione dello Stato gyidato da Zelenski, aveva detto che “l’arrivo dell’esercito russo sul territorio ucraino potrebbe mettere in discussione non solo i diritti e le libertà raggiunte, ma anche l’incolumità di attivisti e persone appartenenti alla comunità. La comunità LGBTQ+ è parte integrante della società ucraina”, spiega Solonska, “ed è pronta a difendere l’integrità dei suoi confini statali”. E a due mesi dallo scoppio della guerra, mentre le donne ucraine che hanno deciso di rimanere nel Paese invaso militarmente da Putin sono costrette ad addestrarsi ad usare efficacemente armi da fuoco, come fucili e kalashnikov, in Russia ci si può permettere di continuare la propaganda anti gay anche attraverso un reality show apertamente omofobo. Si intitola I’m Not Gay, ed è condotto proprio dal parlamentare Vitaly Milonov, autore della famigerata legge russa sulla “propaganda anti-gay”. Uno, giusto per capirci, che ha espresso la sua convinzione che le persone gay dovrebbero essere “sterilizzate” e tenute in canili. O che ha detto al giornalista Reggie Yates, per il documentario della BBC “Extreme, Russia – Gay and Under Attack”, che “l’omosessualità è disgustosa. L’omofobia è bella e naturale”.
Questa la sinossi: Otto uomini russi, tra cui un blogger musicale, un combattente di MMA e un sessuologo tatuato. si trasferiscono insieme in una casa di campagna, dove devono convivere a favore di telecamere, come in ogni reality che la tv manda in terra. Alla fine di ogni episodio, i concorrenti sono chiamati a votare per l’eliminazione di uno di loro, che sospettano essere gay. Se indovinano correttamente, vincono due milioni di rubli (circa 26 mila euro), ma se l’uomo omosessuale schiva il rilevamento vince il premio. Il claim dello show, infatti, è, come recita una voce fuori campo: “Trovare un gay nel nostro paese è come trovare un McDonald’s funzionante. Ne esistono sicuramente, ma ce ne sono pochissimi e non tutti li conoscono”. “Spero che capirete rapidamente chi è il gay”, dice Milonov, evidentemente non pago della assimilazione tra omosessualità e catene di junk food americane, ai concorrenti all’inizio dello spettacolo, accompagnando la frase al delicatissimo gesto del tagliare la gola. Per “stanare” il gay, i concorrenti devono svolgere vari compiti e sfide per “dimostrare” la loro eterosessualità. Tra queste, una sfilata di speedo, approcciarsi con spogliarelliste, e un elegantissimo “glory hole” che li vede chiamati ad indovinare se stanno toccando il sedere di un uomo o di una donna. Quando hanno votato fuori la persona sbagliata alla fine del primo episodio, Milonov ha detto ai concorrenti che avevano “ucciso una persona innocente”. Le reazioni allo spettacolo sono state contrastanti, ma a prevalere è stata una preoccupazione condivisa sul fatto che uno spettacolo sia incentrato su una sinistra caccia al gay, additato come sbagliato, inferiore, da mettere alla berlina e alla pubblica gogna. Un utente, su questa perversione, ha infatti scritto: “Qual è il punto di tutto questo? Chi sarà il prossimo? Musulmani? ebrei?”. Certo non quei “nazisti drogati” di cui tanto parla Putin e contro i quali avrebbe mosso una guerra senza senso.