Guerra in Ucraina, jet italiani a 20 miglia dal confine: operazione autorizzata dal generale Goretti
Sono ormai ben ventuno giorni che l’Ucraina tenta di difendersi dall’invasione della Russia. Ieri il presidente ucraino Zelensky ha ammesso che il suo Paese non entrerà nella Nato. E oggi dal Cremlino arriva la conferma che la “neutralità dell’Ucraina, stile Austria o Svezia, è un’opzione”. A Kiev, assediata dalle forze russe, continua il coprifuoco totale di 36 ore imposto dalle autorità ucraine. Mariupol resta sotto assedio, bombe su Odessa. Mentre i russi avanzano lentamente, gli ucraini attaccano le aree già sotto controllo di Mosca come dimostrano i bombardamenti alla base aera di Kherson. Nel frattempo anche il resto del mondo prende le sue decisioni: ecco cosa sta accadendo in Italia. (Continua a leggere dopo la foto)
Guerra in Ucraina, jet italiani a 20 miglia dal confine: operazione autorizzata dal generale Goretti
Mentre la guerra tra Russia e Ucraina procede senza sosta, anche il resto del mondo prende le sue decisioni su come muoversi in questi clima ad alta tensione. Luca Goretti, capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, è stato ascoltato in audizione alle commissioni Difesa. Il generale, che ha fatto il punto della situazione sulla crisi in Ucraina, ha dichiarato: «Ho autorizzato il raddoppio dei nostri Eurofighter in servizio con la Nato in Romania siamo a meno di venti miglia dal confine ucraino. Dobbiamo prestare attenzione nella nostra attività di difesa aerea: basta niente per sconfinare e trovarci in guerra. Per questo dico ai miei equipaggi che mai come ora ogni cosa deve essere fatta secondo le regole. Non bisogna mai farsi prendere dalla foga di vedere cosa c’è. Potrebbero esserci tentativi di farci entrare in territorio ucraino e sarebbe la fine». (Continua a leggere dopo la foto)
Una situazione molto delicata
Luca Goretti, capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, sull’argomento degli aerei a pilotaggio remoto ha aggiunto: «Mi sono posto una domanda sull’opportunità di riavviare il processo autorizzativo volto ad armarli, in modo da dotarli finalmente di una componente di ingaggio al suolo. Questa capacità, qualora l’autorità politica ne autorizzi l’uso, potrà essere impiegata per ridurre drasticamente il rischio di perdita di vite umane». Invece, Bruno Pisciotta, capo di stato maggiore dell’esercito, su personale, addestramento, impiego e sistemi d’arma in vista di come può evolvere la guerra in Ucraina ha ammesso: «Tutte le unità in prontezza devono essere alimentate al 100% con personale ready to move, senza vincoli di impiego operativo, anche ricorrendo all’istituto del comando».