Vladimir Putin “vuole Mario Draghi”. Guerra in Ucraina, il retroscena: crisi diplomatica internazionale
Vladimir Putin voleva Mario Draghi. Il presidente russo, di fronte a numerosi aspiranti mediatori tra la Russia e l’Ucraina, avrebbe desiderato il premier italiano. Il motivo? Draghi non è un politico e ha un indiscusso prestigio internazionale. Non a caso l’ex numero uno della Banca centrale europea era atteso a Mosca per un incontro diplomatico. Ma le resistenze americane e la ritrosia di Draghi a sobbarcarsi un ruolo così delicato – rivela Dagospia – hanno costretto il presidente del Consiglio a declinare l’invito.
A tentare di ricucire i rapporti tra lo zar e Volodymyr Zelensky, anche la Cina. In questo caso però è Putin a non volere una mediazione cinese. Xi Jinping sta infatti giocando più partite: prima si è astenuta all’Onu e poi si è rifiutata, con l’India, di condannare l’aggressione all’Ucraina. Non solo, il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha detto di “comprendere le legittime preoccupazioni della Russia sulla sicurezza” e poi ha precisato che “la mentalità da Guerra Fredda dovrebbe essere del tutto abbandonata a favore del dialogo e la negoziazione”. Infine ha chiesto il “rispetto della sovranità e dell’integrità dell’Ucraina” e “deplorato lo scoppio del conflitto tra Ucraina e Russia” dichiarandosi “estremamente preoccupato per i danni ai civili”. Insomma, la Cina si sta vedendo bene dal prendere le difese di una parte piuttosto che un’altra.
E nemmeno l’offerta di Israele di sedersi a un tavolo per le trattative è piaciuta al presidente russo. D’altronde Zelensky è ebreo e Tel Aviv non sarebbe stata insensibile al dettaglio. L’ipotesi Vaticano, con il Segretario di Stato Parolin in prima linea a mediare, non dispiaceva ai due schieramenti ma la Chiesa ortodossa russa, molto vicina a Putin, ha frenato sul coinvolgimento della Santa Sede. A questo punto non mancava che Draghi.