“È un animale”. DiMartedì, lacrime dell’ospite in diretta: Giovanni Floris costretto a intervenire
In quasi tutte le trasmissioni italiane si parla di Ucraina, della guerra, del dolore e anche e sopratutto di Vladimir Putin. E anche se nel corso degli anni, sempre di più sono stati i partiti di destra che gli hanno strizzato l’occhiolino, ora è compatta la condanna che un’intero continente gli riserva. Raramente, adesso, si sente elogiare un’azione passata o futura di quello che fino a qualche tempo fa era considerato uno statista, ma che ha poi, agli occhi di tutti, si è rivelato per la sua vera natura. E anche l’Italia, proprio come (quasi) tutti i paesi europei, una certa percentuale di responsabilità ce l’ha. Ce lo ricorda, emozionandosi e anche con un filo di rabbia, la giornalista ucraina Nataliya Kudryk.
Ospite a DiMartedì, in onda su La7, ha attaccato senza remore il presidente russo, dopo l’invasione nella terra natia. Incalzata da Giovanni Floris, Nataliya Kudryk ha affermato duramente: “Putin è un barbaro, si comporta da animale. È difficile chiamarlo uomo. Da quando è salito al potere gli ucraini hanno sentito che era iniziata una politica di forte soppressione. Ma gli ucraini hanno scelto definitivamente il percorso europeo nel 2004, con la rivoluzione arancione”.
Lo dice emozionandosi, con risolutezza e passione, ma anche con orgoglio. Quello stesso orgoglio che abbiamo iniziato a riconoscere nel popolo ucraino, da giorni assediato sotto le bombe di Mosca. Nataliya Kudryk ha poi ricordato quanto, nel corso degli anni, molti paesi europei non hanno appieno compreso il disegno di Putin: “Del presidente russo non ci si può fidare minimamente”.00:00/00:00
“Non si ceda alla propaganda del Cremlino. La tragedia in Ucraina è iniziata otto anni fa e alla politica italiana non interessava. Ricordo che quando in parlamento c’erano le audizioni dei parenti dei prigionieri politici che gli uomini di Putin torturano in Crimea, l’aula era quasi vuota, nessun partito era interessato”, ha ricordato Nataliya Kudryk.
E ancora: “Da quando è salito al potere Putin gli ucraini hanno sentito da subito questa forte politica di pressione. Nonostante nel 2004 hanno scelto definitivamente l’Europa con la famosa rivoluzione arancione. E’ stato il primo passo serio di allontanamento dalla Russia verso l’Unione Europea con la leadership di Viktor Juščenko”, ha ricordato Nataliya Kudryk.