Quirinale, stretta nel giorno della quarta votazione: sul tavolo ancora Mario Draghi e Pier Ferdinando Casini
Vigilia ad alta tensione in vista del quarto scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica, con l’asticella del quorum che scende a quota 505 voti e l’identikit di un’intesa tra i partiti ancora non definito. Dopo la fumata nera di ieri, si apre a una nuova girandola di incontri con l’atteso vertice di centrodestra a ridosso del ritorno in Aula a Montecitorio dalle 11 di questa mattina. E sul tavolo, secondo l’ultimo perimetro di trattative emerso, restano ancora i nomi di Mario Draghi e Pier Ferdinando Casini. Letta punta alla giornata di domani come orizzonte decisivo, ma la stretta sul Colle è questione imminente.
Quirinale, è il giorno della quarta votazione
Il terzo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica si è chiuso con l’ennesima fumata nera e il tramonto dell’orizzonte Casellati nella corsa al Quirinale. Le schede bianche sono state 412, le nulle 22 e i voti dispersi 84. Nel bacino di preferenze si è registrato l’aumento di voti per il Capo dello Stato uscente, Sergio Mattarella (125.), a seguire un “sorprendente” Guido Crosetto (114 voti), Paolo Maddalena (61), Pier Ferdinando Casini (52) e Giancarlo Giorgetti (19). Atteso per le 11 di oggi l’avvio della quarta votazione, con il quorum che scende a quota 505 voti.
Presidente della Repubblica dopo Mattarella: sul tavolo i nomi di Mario Draghi e Pier Ferdinando Casini
Oggi è una giornata cruciale sul fronte degli incontri dietro le quinte di Montecitorio. Atteso prima della quarta chiama il vertice di centrodestra (mentre dal centrosinistra si premerebbe per un “conclave”), intorno a cui filtrano 2 scenari principali: sul tavolo, secondo le ultime indiscrezioni, resterebbero ancora i nomi del premier Mario Draghi e quello di Pier Ferdinando Casini.
Il segretario dem Enrico Letta punta lo sguardo a venerdì, indicandolo quale giorno della potenziale svolta in ottica fumata bianca, ma il cerchio sembra stringersi repentinamente intorno al possibile nome capace di far superare l’impasse tra le forze politiche.
Sullo sfondo, non ancora del tutto sbiadito, il sogno di alcuni di un Mattarella bis.
Secondo la Lega “la soluzione è vicina“, mentre le più recenti osservazioni di Letta guarderebbero a un nulla di fatto anche per oggi. La partita appare ancora piuttosto fluida, dopo che il segretario del Pd ha ‘affondato’ l’ipotesi Casellati: “Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale.
Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto“.