Ecco perché i jeans hanno quell’etichetta di pelle dietro. Lo sapevi? Probabilmente no, ma te lo sarai chiesto. E allora, dopo il micro taschino apparentemente inutile, risolto un altro ‘dubbio esistenziale’: tutta la storia
Jeans: chi non ne ha almeno un paio nell’armadio? A uno dei posti d’onore tra i capi più classici e famosi al mondo, il pantalone in denim non conosce età, sta bene a tutti, si rinnova ogni anno per gli appassionati delle ultime tendenze ma se vintage sa il fatto suo, si può sfoggiare 365 giorni l’anno ed è persino considerato elegante in certi mix super fashion. Presentazioni inutili: i jeans sono i jeans. Eppure, nonostante potremmo tranquillamente definirli i nostri migliori amici, nascondono dei segreti. Meglio, dei piccoli misteri. Tipo: a che cosa serve l’etichetta, di pelle ma anche di tessuto, sulla parte posteriore, all’altezza della cintura, che contraddistingue la stragrande maggioranza di quelli in commercio? Anche in questo caso, tutti noi ne abbiamo (o ne abbiamo avuto) almeno un paio così, con questa targhetta cucita. Ma perché lì? E a cosa serve? Intanto, scrive Cosmopolitan, quell’etichetta, come la chiamiamo tutti, ha un nome tecnico di cui, sicuramente, molti di voi ignorano l’esistenza. Sissignori: da oggi chiamatela pure Jacron. Inizialmente è nata perché i brand fossero ancora più riconoscibili, quindi anche a scopo pubblicitario. (Continua dopo la foto)
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Come uno strumento per acquisire potenziali nuovi clienti. Nel senso: vedi i jeans, ti piacciono, dall’etichetta (pardon, Jacron), capisci subito qual è il brand a cui appartengono. E a pensarci sarebbe bello poterlo capire al volo anche su altri capi. Non vi è mai capitato di ‘innamorarvi’ di una t-shirt o una borsa senza loghi in vista indossati magari da un passante e scervellarvi per risalire alla marca? Ora, attualmente il Jacron non ha un’altra funzione specifica, prosegue l’articolo di Cosmo. In sostanza è rimasta quella di cui sopra. In passato, invece, uno scopo lo aveva eccome. (Continua dopo le foto)
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A brevettarlo, nel 1873, è stato il noto brand Levi’s (qualcuno lo sospettava già, vero?), quando l’ha aggiunto a una salopette in denim. Uno storico di Levi’s ha raccontato al sito Seventeen che il patch è stato aggiunto per impedire che i clienti acquistassero dei jeans falsi senza rendersene conto: “Dall’etichetta in pelle i clienti potevano capire subito se i jeans fossero originali e della qualità che si aspettavano. E questo era possibile anche per quelli che erano analfabeti o che parlavano una lingua straniera. Potevano riconoscere il marchio dalla famosa illustrazione dei Two-Horse sulla parte posteriore”.