“Speriamo che non sia così”. Omicron 2, la sottovariante. Pregliasco e Bassetti spiegano tutto
La variante Omicron è la principale responsabile dell’aumento dei contagi da Covid 19. Si è diffusa dapprima in Gran Bretagna, poi in Francia, quindi è arrivata in Italia facendo crescere a dismisura le infezioni che sono arrivate a toccare fino a quota 200mila, un numero mai registrato dall’inizio della pandemia. Con il passare dei giorni si è capito che questa variante è molto contagiosa, ma meno letale delle precedenti soprattutto rispetto a coloro che si sono vaccinati.
L’evoluzione delle varianti è un problema con cui si dovrà convivere nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Infatti arriva dal Nord Europa una sotto variante di Omicron, che viene chiamata Omicron 2, e sta tenendo in allerta i medici. E non è l’unica perché ne esiste anche una terza. Allo stato attuale Omicron è la più diffusa, ma non è ancora chiaro quale possa essere l’evoluzione futura. Dai primi sequenziamenti di Omicron 2 è stato rilevato che la sottovariante ha caratteristiche molto simili alla sua “sorella” più grande. Per questo, sul discorso vaccini, non dove allarmare eccessivamente.
I virologi e i medici stanno provando a fare chiarezza anche su Omicron 2 nel tentativo di non creare allarmismi. Fabrizio Pregliasco, virologo e docente della Statale di Milano, spiega: “Dobbiamo un po’ capire quanto è diffusiva e quali caratteristiche ha. Quindi direi per ora stiamo in campana. Speriamo che non abbia caratteristiche diverse, ma purtroppo è tutto da scoprire”. Brutte sorprese a parte, comunque, per Pregliasco “tra un paio di settimane dovremmo raggiungere il picco” dei contagi.00:00/00:00
“Sappiamo ancora molto poco e non dobbiamo fare allarmismo, è una sottovariante di Omicron. Ha buona parte delle caratteristiche dell’originale quindi non ci deve allarmare perché i vaccini non sono bucati neanche da Omicron 2 visto che non sono stati bucati dall’Omicron originale – dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova – Rimane il concetto che i non vaccinati possono avere più problemi degli immunizzati ma sappiamo bene, da Omicron, che la malattia naturale ci protegge nei confronti delle forme di più gravi”.
Il problema delle “varianti ci sarà perché il coronavirus” Sars-CoV-2 “continuerà a mutare. Per questo occorre investire di più nella sorveglianza e nel sequenziamento, per capire l’impatto di ogni tipo di mutazione – sottolinea all’Adnkronos Salute Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie infettive all’Università Sapienza di Roma – Ma dobbiamo sapere che il problema, oggi Omicron 2 di cui sappiamo ancora poco, domani una altra variante, rimarrà. E dobbiamo avere anche fiducia nelle vaccinazioni, ad oggi efficaci”.