“Lei non sa niente”. Lite in tv, Massimo Galli furioso dopo quel commento: “Io sarei morto”
Vaccini anti covid e anticorpi monoclonali, toni alti e parole dure in diretta tv tra il professor Massimo Galli, già direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, e l’europarlamentare leghista Susanna Ceccardi. Teatro dello scontro la trasmissione Agorà, dove – tra le altre cose – l’esponente leghista si è detta contraria al vaccino ai bambini che, a suo avviso – e citando casi di sua conoscenza – con l’infezione “se la cavano”. Ceccardi ha alzato i toni parlando di monoclonali che non sarebbero “disponibili per tutti”.
“Temo che l’onorevole non sappia a chi devono essere somministrati determinati farmaci come i monoclonali. Solo chi ha alcuni fattori di rischio può avere beneficio da un trattamento, precoce e non risolutivo, come gli anticorpi monoclonali”, ha detto Galli. Ceccardi ha quindi attaccato l’infettivologo. “Lei perché se li è fatti? Dopo 5 giorni dalla febbre è qui in tv a parlare. Perché in Italia non c’è disponibilità degli anticorpi per tutti i malati gravi?” ribatte la politica.
“Perché ho tre dosi di vaccino, sennò sarei morto – dice Galli -. Per i malati gravi dopo la prima settimana d’infezione i monoclonali non servono. Sull’approvvigionamento nessuno sapeva che l’unico anticorpo utile per l’Omicron è il sotrovimab. Lei lo sa questo? Se non lo sa si informi”. Intanto un nuovo fattore di rischio potrebbe venire da una nuova variante. Sulla questione è intervenuto anche Matteo Bassetti.
“Deltacron dobbiamo capire di più. Alcuni esperti virologi dicono che non è una nuova variante ma un errore di laboratorio, quindi più una contaminazione di Omicron su Delta. Dall’Imperial College di Londra alcuni virologi mettono in dubbio anche l’esistenza stessa di questa variante. Allora, cerchiamo di fare meno allarmismo e aspettiamo di capire di più”.
Sul fronte apertura delle scuole, continua l’infettivologo, “è una scelta obbligata e non coraggiosa. Non si poteva non aprirle evidentemente. Ci potrà essere un aumento dei casi ma non credo di più di quello visto con gli istituti chiusi a Natale. Questo è un virus che galoppa a prescindere dalla chiusura di stadi e scuole. Arriveremo presto a oltre 300mila contagi come già avvenuto in altri Stati senza che si ponessero il dubbio sulle aperture, le scuole vanno aperte cercando di renderle sicure aumentando le vaccinazioni”.