Incontro segreto Draghi Letta: spunta il nome per il Quirinale, la notizia bomba
Durante una lunga conferenza stampa, il Premier Mario Draghi aveva fatto accenno ad una sua eventuale candidatura al Colle ammettendo: «Fondamentale per l’azione di Governo è stato il sostegno delle forze politiche, i miei destini personali non contano assolutamente niente. Io non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell’altro, sono un uomo o, se volete, un nonno al servizio delle istituzioni. Quindi la responsabilità della decisione è interamente nelle mani delle forze politiche, quelle che hanno permesso a questo Governo di agire, non è nelle mani di individui. Sarebbe veramente un fare offesa all’Italia, che è molto di più di persone individuali». In queste ore sarebbe emerso un retroscena molto interessante riguardante un incontro ta Draghi ed Enrico Letta. (Continua a leggere dopo la foto)
Incontro segreto Draghi Letta: spunta il nome per il Quirinale, la notizia bomba
Come riportato da La Repubblica, Enrico Letta e Mario Draghi avrebbero avuto un lungo colloquio tra Natale e Capodanno. Un’intensa chiacchierata basata fondamentalmente su due argomenti principali: la partita del Quirinale e la prosecuzione della legislatura se l’attuale Premier dovesse diventare presidente della Repubblica. Il segretario del Pd, dopo aver cambiato idea, sarebbe determinato a indicare Draghi come successore di Mattarella. Questa scelta andrebbe ad evitare al centrosinistra di restare tagliato fuori dai giochi. L’unico problema è che se Draghi andasse al Colle si potrebbe profilare l’ipotesi del voto anticipato. Idea che a Letta non piace minimamente come ha ammesso in un suo intervento ai microfoni di La Repubblica. (Continua dopo la foto)
Ipotesi del voto anticipato
L’ipotesi del voto anticipato potrebbe diventare una scelta concreta se Mario Draghi diventasse Presidente della Repubblica. Ipotesi che Enrico Letta però, come riportato da La Repubblica, ha escluso categoricamente: «Il 13 gennaio dirò alla direzione del Pd e ai gruppi parlamentari che la via maestra è la continuità di governo e la stabilità. Il 2022 non può essere un anno elettorale, non possiamo permetterci almeno cinque mesi di interruzione dell’attività di governo. Quindi c’è bisogno di una larghissima maggioranza, un capo dello Stato non divisivo e non eletto sul filo dei voti». La soluzione per Letta sarebbe quella di “una doppia elezione, un accordo contestuale anche sul nome del sostituto a palazzo Chigi”.