Gianluca Vialli: “è ancora dentro di me”. La devastante scoperta poco fa
L’ex calciatore Gianluca Vialli è tornato a parlare della sua malattia nel corso di un’intervista per Cremona1. Il dirigente della nazionale italiana attualmente si trova a Londra. Gli appassionati di calcio sono in ansia per le sue condizioni di salute. Dopo gli Europei, infatti, Vialli non aveva più parlato della sua malattia. Adesso, però, rompe nuovamente il silenzio. In questo articolo vi riportiamo le sue parole. (Continua dopo la foto…)
La carriera di Gianluca Vialli
Gianluca Vialli è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante, capo delegazione della nazionale italiana. È stato Tra i migliori centravanti degli anni 80 e 90, rientra nella ristretta cerchia dei calciatori che hanno vinto tutte e tre le principali competizioni UEFA per club, unico fra gli attaccanti. È stato capocannoniere dell’Europeo Under-21 1986, della Coppa Italia 1988-1989, in cui ha stabilito, con 13 reti, il record assoluto di realizzazioni in una singola edizione del torneo, della Coppa delle Coppe 1989-1990 e della Serie A 1990-1991. Ha totalizzato 59 presenze e 16 reti nella nazionale italiana, prendendo parte a due Mondiali e un Europeo. È stato più volte candidato al Pallone d’oro, classificandosi 7º nelle edizioni 1988 e 1991. Nel 2015 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano. (Continua dopo la foto…)
Le sue condizioni di salute
Nel corso di un’intervista per Cremona1, Vialli è tornato a parlare della malattia che sta influenzando la sua vita: “L’ospite indesiderato è ancora con me, a volte più presente, altre meno. Spero mi possiate sopportare ancora per tanti anni ma sono fiducioso ed ottimista, chi mi circonda mi trasmette forza e coraggio”.
Quest’estate, Vialli è stato protagonista di una magnifica impresa con la nazionale italiana. La coppia Vialli-Mancini si è riformata. Sul suo amico e collega, l’ex calciatore dichiara: “Roberto è il monarca assoluto, anche se poi l’ambiente si trasforma in una certa democrazia. È un leader, lo ringrazio per quello che mi ha fatto vivere”.
Infine, un pensiero sul calcio: “Per me dovrebbe essere un business al servizio della comunità. Il tifoso è sempre lì e non cambia, anche se le cose vanno male. Occorre dare qualcosa a chi ti sostiene. Bisogna far quadrare investimenti e bilanci, si tratta di una cosa costosa. Cremona è fortunata ad avere un proprietario come Cavaliere, disposto ad investire e a restituire qualcosa”.