Stefano muore a 42 anni dopo un malore improvviso nell’agriturismo di famiglia. “Ragazzo d’oro”
San Romano, un’intera comunità in lutto. Una morte improvvisa: l’ex calciatore Stefano Forgione si è spento a soli 42 anni. Un malore ha colto il 42enne all’improvviso, durante una giornata trascorsa nell’agriturismo di famiglia. Stefano si è fatto apprezzare come calciatore anche a Balconevisi, mentre la sua famiglia, impegnata nel settore costruzioni, è molto conosciuta a San Romano, dove vive.
Le parole di dolore provengono anche dall’Us Balconevisi, che si unisce intorno ai familiari per la triste e improvvisa perdita, avvenuta a poche settimane dal Natale: “un grande amico. Un nostro compagno di squadra con il quale abbiamo condiviso tanti anni sui campi. Ha lasciato una traccia indelebile nella storia dell’Us Balconevisi con i suoi gol spettacolari, ma soprattutto con la sua allegria e la sua passione. Ciao Stefano, sarai sempre parte della nostra grande famiglia”.
Ed effettivamente sono in molti a ricordare Stefano come “u ragazzo d’oro, amabile, sempre disponibile”. Grande appassionato di calcio, Stefano aveva dovuto interrompere la carriera in seguito a un infortunio che non gli ha più permesso di calciare il pallone con i compagni della squadra, con i quali è sempre rimasto legato da un forte sentimento di amicizia.
Proprio per il suo animo generoso, Stefano è stato ricordato come un bomber di razza ma anche come un grande compagno di squadra. Secondo quanto appreso, non si terranno cerimonie funebri. La salma è esposta alla cappella di San Romano fino al 14 dicembre. Le parole del caro amico Marco Nacci condivise su Facebook riescono a fare comprendere il dolore condiviso da tutti: “Gli allenamenti a Corazzano, le cene al Ristorante “Genovini”, la tua velocità sul campo da gioco, la tua tenerezza sfrontata, la tua cazzonaggine imprescindibile”.
E ancora: “Il coro ‘Che ce frega de Forgione, noi c’avemo Trotta-Gol!’ per prenderti in giro, i tuoi capelloni (per cui avevi una cura – oserei dire – quasi femminile, perlomeno una quindicina di anni fa, nel fare la doccia), la tua risata vibrante, la capacità di correre così dinoccolato e forte nell’allungo, l’articolo che una volta un giornale locale ti dedicò intitolato “Forgione, il bomber che si diverte” per cui un po’ tutti ti sfottemmo a causa di quanto risultasse retorico e pompato (per quanto veritiero)”.
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“La tua progressione importante, l’ironia, l’autoironia, il tuo atavico fiuto del gol […] Ok, tutto vero, ma rammento pure che una volta si parlò addirittura di Dostoevskij, prima di una partita del Balconevisi a La Serra, e della tua passione per la poesia e per la letteratura… Avevi molte facce, insomma, e poche maschere”.