Vaccino Pfizer, uno studio israeliano conferma: la sua efficacia cala dopo 3 mesi
Una ricerca appena pubblicata sul British Medical Journal, condotta su 80 mila persone in Israele, conferma la tendenza dei vaccini anti-Covid a calare l’immunità con il passare del tempo.
Come noto, l’Israele è stato uno dei primi paesi al mondo ad aver lanciato la vaccinazione di massa contro il Covid ma, nel dicembre 2020, ha visto una ripresa delle infezioni. Per questo, il Paese è partito già da tempo con la terza dose, e da qualche giorno con quella sui bambini.
Lo studio
Lo studio è stato portato avanti dai ricercatori dei Leumit Health Services e si basa sull’esame delle cartelle cliniche elettroniche di 83. 057 adulti (età media 44 anni) che, tra maggio e settembre, sono stati sottoposti a tampone molecolare almeno 3 settimane dopo la seconda dose di vaccino e che in precedenza non avevano mai manifestato segni dell’infezione da SarsCoV2. Dallo studio sono stati esclusi coloro che avevano contratto il Covid prima dello studio e chi aveva fatto la terza dose.
I risultati dello studio
Dai risultati emerge che 7973 partecipanti, ossia il 9,6% del totale, è risultato positivo al tampone, quasi tutti con variante Delta. L’analisi dimostra che dopo la seconda dose del vaccino, il tasso di positività cresce col passare del tempo. E’ pari a 1,3% ( tra 21 e 89 giorni), 2,4% (tra 90 e 119 giorni), 4,6% (tra 120 e 149 giorni), 10,3% (tra 150 e 179 giorni) e 15,5% (dopo i 180 giorni). Rispetto ai primi 90 giorni dalla seconda dose del vaccino , il rischio di infezione è 2,37 volte più alto dopo 90-119 giorni; 2,66 volte più alto dopo 120-149 giorni; 2,82 volte più alto oltre i 150 giorni.
Conclusioni e limiti dello studio
Il vaccino Pfizer fornisce una eccellente protezione nelle prime settimane dopo la vacicnazione, ma il rischio di contagio per i vaccinati in tutte le classi di età comincia ad aumentare a 90 giorni dalla seconda dose e cresce sempre di più man mano che trascorre il tempo. I ricercatori riconoscono che l’interpretazione dei dati è limitata dal disegno osservazionale dello studio e che non è possibile escludere l’influenza di altri fattori non considerati nell’analisi come il ceppo virale, il numero di familiari conviventi e la densità della popolazione.
Lo studio, condotto su un numero ampio di persone che hanno ricevuto lo stesso vaccino (il Pfizer) ha concluso che la protezione indotta dalle due dosi di vaccino Pfizer-BioNtech cala nel tempo e il rischio di contagio aumenta progressivamente dopo i primi 3 mesi. Potrebbe, per questo, essere giustificata la considerazione di una terza dose di vaccino in tempi ravvicinati.