Brutte notizie per chi fa la spesa: la novità che gela gli italiani
Sul “caro prezzi” ci occupiamo ormai da settimane anticipando quanto sta avvenendo in questi ultimi giorni: farina, pane, pasta e derivati hanno ormai prezzi alle stelle con rincari anche del 38%, un’enormità.
Aumenti medi superiori al 20%
L’aumento di gas, luce e carburante sta avendo un effetto a cascata anche sulla spesa degli italiani: da marzo a ottobre 2021 il costo della farina è aumentato del 38% sfondando la soglia dell’euro (1,09), la pasta integrale è aumentata del 33% toccando quota 2,90 euro, il pane è salito dell’11% e adesso costa ben 3,86 euro al chilo. L’indagine di Federconsumatori è stata svolta su una quindicina di esercizi commerciali da nord a sud Italia.
“Si fa sempre più grave e preoccupante l’allarme sui rincari dei prodotti alimentari, sia sulla spinta dell’aumento delle materie prime, sia sull’onda dei rincari energetici che influiranno sui costi di produzione e di trasporto”, scrive la Federazione in una nota, aggiungendo la denuncia di qualche giorno fa di Fiesa Assopanificatori Confesercenti sull’impensabile rincaro delle farine che ha toccato un picco dell’81%. A questo punto, è stata chiesta un’interrogazione parlamentare. “Non possiamo che sottoscrivere tale appello, per fare chiarezza sugli aumenti e scongiurare l’ipotesi che questi diventino una ghiotta occasione di speculazione”.
Scatta la segnalazione all’Antitrust
A questo punto, Federconsumatori si è mossa segnalando all’Antitrust tutti i rincari per “verificare la sussistenza di ipotesi di cartello sui prezzi dei prodotti alimentari, così come avvenuto nel 2008”. Diventa fondamentale sanzionare chi di dovere e monitorare il mercato da “intollerabili fenomeni speculativi, che andrebbero ad aggravare ulteriormente i già forti rincari in atto, con forti danni alle famiglie e all’intero sistema produttivo”, scrive in una nota. Insomma, la situazione è pesante ed in continua evoluzione: l’unica cosa certa che oltre alle consuete bollette ed ai rincari del carburante, avremo a che fare con enormi aumenti sui generi di prima necessità.
Il presidente di Assopanificatori, Davide Trombini, ha spiegato a Repubblica come ormai, da un anno a questa parte, il prezzo delle materie prime sia in costante aumento. “Noi finora lo avevamo assorbito senza riversarlo sul consumatore ma oggi non è più possibile. Del resto questa situazione danneggia anche noi, che da un lato paghiamo di più le materie prime per fare il pane, dall’altro non possiamo alzare troppo il prezzo perché rischieremmo di far scappare il consumatore, magari verso il pane surgelato”, sottolinea.
Le cause degli aumenti
Oltre alle motivazioni che abbiamo spiegato ad inizio articolo, ci sono altri due motivi che spiegano questi aumenti folli e dissennati: da un lato il trasporto, costa di più il noleggio dei container a causa dell’anno e mezzo di pandemia ma c’è anche una minore disponibilità di scorte in relazione alla domanda. In un rapporto, l’Ismea (l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) ha denunciato un calo dei raccolti in Ucraina da dove spesso provengono scorte di grano, e la riduzione delle esportazioni deciso dalla Russia. Il grano italiano, spesso e volentieri, è importato dall’estero perchè quello nostrano basta soltanto per il 36% a soddisfare la domanda, ecco perché siamo dipendenti dagli altri e dai prezzi imposti dagli altri.