Sara Pedri ginecologa scomparsa, via libera al licenziamento dell’ex primario: le novità sul caso
Sara Pedri, ginecologa 31enne scomparsa a Trento il 4 marzo scorso, non è stata ancora ritrovata. Nella cornice del giallo si innesta in queste ore una novità collaterale relativa alla posizione di Saverio Tateo, ex primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Santa Chiara in cui la giovane prestava servizio. La Commissione dei garanti avrebbe espresso parere positivo all’ipotesi di licenziamento, su cui ora sarebbe l’Ausl a dover procedere. Secondo quanto finora ricostruito sul caso, la 31enne avrebbe subito vessazioni all’interno della struttura in cui lavorava.
Sara Pedri ginecologa scomparsa, via libera al licenziamento dell’ex primario Tateo
Saverio Tateo, ex primario del reparto di Ginecologia del Santa Chiara di Trento in cui Sara Pedri operava, potrebbe essere licenziato.
Sulla posizione del medico, per cui i carabinieri avrebbero chiesto, settimane fa, l’iscrizione nel registro degli indagati insieme a una collega, sarebbe intervenuto il parere della Commissione dei garanti e il risultato sarebbe un via libera al licenziamento, su cui ora sarebbe l’Ausl a dover procedere.
La Commissione dei garanti, riporta Il Corriere della Sera, si sarebbe espressa in merito e lunedì 11 ottobre avrebbe firmato un provvedimento di conferma riguardo alla legittimità della decisione della Commissione disciplinare dell’Azienda sanitaria. Nel documento di 4 pagine, riferisce ancora il quotidiano, gli esperti avrebbero parlato di. “molteplici fatti di indubbia e rilevante gravità supportati da una cospicua documentazione“.
La ginecologa 31enne, originaria di Forlì, è scomparsa a Trento il 4 marzo scorso e, stando a quanto ricostruito, avrebbe subito demansionamenti e maltrattamenti sul lavoro, nel tessuto di un clima di tensioni e vessazioni interno al reparto.
Sara Pedri, le parole del legale dell’ex primario
“Non sono state esaminate le circostanze difensive, ci attendevamo una motivazione che tenesse conto della situazione complessiva“, ha dichiarato al Corriere l’avvocato di Tateo, Vincenzo Ferrante. Secondo la difesa, si tratterebbe di un “abuso” e avrebbe annunciato ricorso davanti al giudice del lavoro. L’ex primario avrebbe sempre rigettato ogni accusa e, avrebbe aggiunto il legale, “non ha mai pensato di dimettersi“, certo “di aver sempre agito correttamente e nell’interesse dell’Azienda sanitaria“.
“La decisione presa dal comitato dei garanti è l’ennesima dimostrazione di quanto emerso fino ad ora. Un esempio che spero possa indurre i lavoratori vittime del mobbing a trovare il coraggio di denunciare“. Queste, riportate dal Resto del Carlino, le parole della sorella della ginecologa scomparsa, Emanuela Pedri.
Dopo la sparizione della giovane, 110 audizioni, controlli su turni (definiti da alcuni testimoni come insostenibili), mail e documenti, avrebbero portato l’Azienda sanitaria trentina a trovare riscontro di “fatti oggettivi e una situazione di reparto critica“, riporta Ansa.
Il 12 luglio scorso, a carico di Tateo e di Liliana Mereu, dirigente dell’Unità di Ginecologia, sarebbe scattato il trasferimento. Provvedimento che la stessa Azienda avrebbe dipinto come “necessario” all’esito di quanto rilevato.