Fedez denunciato dall’avvocato di Pietro Maso. Il rapper è indagato per diffamazione aggravata
Fedez è indagato a Roma con l’accusa di diffamazione aggravata nei confronti di Pietro Maso. Il rapper ha citato Maso e la vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista nel testo di una sua canzone. La denuncia è stata presentata dall’avvocato di Maso dove è stato spiegato il perché dietro la decisione.
La vicenda di Pietro Maso è legata ad uno dei casi di cronaca più noti della storia italiana recente. Nel 1991 Maso, con l’aiuto di tre amici, ha ucciso entrambi i genitori al fine di appropriarsi della sua parte di eredità. L’omicidio è avvenuto il 17 aprile 1991, due giorni dopo Maso è stato arrestato e successivamente condannato in via definitiva a 30 anni di carcere.
A Pietro Maso era stata riconosciuta la seminfermità mentale al momento del fatto. Per 22 anni ha scontato la sua pena in carcere, nel 2015 è stato scarcerato e ricoverato l’anno successivo in una clinica psichiatrica. Maso nel corso della pena ha preso parte a percorsi rieducativi, riavvicinandosi anche alla fede; già nel 1996 aveva scritto una lettera al vescovo di Vicenza Pietro Giacomo Nonis affermando di essersi pentito del suo gesto, chiedendo perdono a Dio.
Fedez indagato per diffamazione aggravata
Nel 2015 Fedez, nella sua No Game-Freestyle aveva citato Pietro Maso e la vicenda giudiziaria a lui legata: “Flow delicato, pietre di raso, saluti a famiglia da Pietro Maso, la vita ti spranga sempre a testa alta come quando esce sangue dal naso (…)“.
Per questo motivo, si legge su Ansa, ora il rapper milanese si trova indagato a Roma con l’accusa di diffamazione aggravata; la denuncia è stata presentata da legale di Pietro Maso, lo stesso però, riferisce l’agenzia, ha scritto nella denuncia: “È richiamata in maniera esplicita la drammatica vicenda personale e processuale che mi ha visto coinvolto e che, a distanza di anni e di un faticoso e doloroso percorso personale sono riuscito a superare“.
Le motivazioni della denuncia di Pietro Maso a Fedez
Nella denuncia riportata da Ansa si legge ancora: “Le espressioni utilizzate, riferite e riferibili in maniera chiara, diretta ed esplicita al sottoscritto, appaiono oggettivamente diffamatorie e non possono essere certamente ricondotte all’uso di immagini forti appartenenti al genere musicale o alla cifra artistica degli autori, ovvero a vicende personali assimilabili“.
E ancora: “Libertà di espressione e di manifestazione del proprio pensiero, anche e soprattutto nel caso di specie… non può determinarsi in modo da ledere l’onorabilità altrui, atteso, vi è più, che la vicenda che ha interessato il sottoscritto, ad oggi, non assume alcun interesse in termini di attualità e rilevanza storica“.