Rischia il posto la vice-questore No green pass, Lamorgese furiosa: gravissimo. Salvini la difende
«È bello apprendere dai giornali, anziché dalla propria amministrazione, di essere già sotto procedimento disciplinare. Sono molto serena». È andata così per la vice questore Nunzia Alessandra Schilirò che sabato, salita sul palco di San Giovanni, nel corso della manifestazione romana dei No vax e No pass, ha definito il Green Pass «la tessera della discriminazione». Già, perché per la dirigente di polizia che ha preso la parola davanti a migliaia di manifestanti riuniti come ogni sabato per protestare contro il lasciapassare verde, la questura ha avviato un’azione disciplinare, di cui si saprà l’esito solo nei prossimi giorni. Le polemiche, nel frattempo, impazzano, e coinvolgono il ministro dell’Interno e i diversi fronti della politica, sollecitati a intervenire sul caso.
Per la vice questore No pass scatta il provvedimento disciplinare della Lamorgese
La prima a farlo, allora, è proprio la titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, che sulla questione ha assunto una posizione decisamente interventista. Asserendo, secondo fonti del Ministero stesso riportate dall’Adnkronos, che: «Riguardo alle gravissime dichiarazioni rese dal vice questore Schilirò durante la manifestazione no vax di sabato a Roma, sto seguendo la vicenda personalmente con il capo della Polizia, Lamberto Giannini. Affinché vengano accertate, con assoluta celerità, le responsabilità sotto ogni profilo giuridicamente rilevante a carico dell’interessata».
L’intervento del vice questore No pass sul palco della manifestazione di sabato
Del resto, la Schilirò non è una qualunque. E la sua ferma presa di posizione, ufficializzata pubblicamente sul palco della manifestazione romana contro il Green pass, non avrebbe mai potuto passare inosservata, proprio per il ruolo che la donna ricopre: un vicequestore della Polizia. Già a capo della sezione violenze sessuali della Squadra mobile romana. E attualmente in forza alla Criminalpol. Un curriculum di tutto rispetto, a cui si affianca anche un discreto ruolo che la Schilirò è riuscita a ritagliarsi nel mondo dell’editoria, per cui ha pubblicato romanzi sul disagio femminile. Una donna in trincea, insomma. Un po’ per vocazione e un po’ per professione. E che su Covid, vaccini e Green pass, ha scelto “le barricate”.
La dirigente di polizia ha preso la parola a sorpresa: e ha citato Ghandi e la Costituzione
Secondo quanto riferisce la Repubblica in un ampio servizio sul caso, infatti, il suo intervento non era previsto nella scaletta della manifestazione. Ma, a sorpresa, «citando Gandhi, Schilirò ha invocato “la disobbedienza civile”, come “dovere sacro quando lo Stato diventa dispotico”. E poi ancora: “Il male nella storia non ha mai vinto”, ricordando le figure anche dei magistrati trucidati dalla mafia: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino». Affidando, al finale del suo intervento, richiami alla Costituzione e bordate alle misure del governo, sostenendo: «Se il male avesse vinto, noi non saremmo qui. Noi poliziotti abbiamo giurato sulla Costituzione, per questo sono qui. Il Green pass italiano è illegittimo. Dobbiamo unire le nostre energie per indicare una via migliore».
Il commento di Salvini sulla vicenda e sull’intervento della Lamorgese
Tanto è bastato, dunque, per far scattare il provvedimento disciplinare. Rispetto al quale Matteo Salvini, tra i primi a intervenire sulla vicenda, ieri a Controcorrente su Rete 4, ha commentato: «A me piacerebbe che il ministro dell’Interno fosse altrettanto solerte quando ci sono sbarchi di migliaia di clandestini. O che fosse stata altrettanto solerte a Ferragosto quando c’è stato un rave party di sei giorni a base di droga, alcool, stupri. È troppo facile prendersela con una donna delle forze dell’ordine. Non era in divisa su quel palco. Ha espresso una sua opinione».
La vice questore No pass si difende via social: «Andrò avanti sempre, con o senza divisa»
Nel frattempo, dal suo profilo social, la Schilirò si difende. E contrattacca: «Sabato ero solo una libera cittadina che esercita i propri diritti. Se l’amministrazione non gradisce la mia fedeltà alla Costituzione e al popolo italiano, mi dispiace, andrò avanti lo stesso – afferma – Ho scelto il mio mestiere, perché credevo che non ci fosse niente di più nobile del garantire la sicurezza di ogni cittadino, in modo che chiunque fosse libero di esprimere il proprio vero sé. Se questo mi viene negato, il mio mestiere non ha più senso. Andrò avanti sempre, con o senza divisa, per amore del mio Paese».