“E’ in pericolo di vita”. L’annuncio in diretta Tv a ‘Storie Italiane’
Giovanni Terzi, compagno di vita di Simona Ventura, è in pericolo di vita: combatte una dura battaglia quotidiana contro una malattia genetica che ha scoperto di avere poco tempo fa, la stessa di cui soffriva sua madre. Il giornalista ne ha parlato a Storie Italiane, spiegando bene la sua situazione:
“Dopo una serie di analisi ho scoperto di avere una malattia genetica che ho ereditato da mia madre. Fino ad allora non ne sapevo nulla, a un certo punto si è accesa e ha iniziato a uccidere la respirazione e il mio polmone. E’ una malattia degenerativa che devo curare con medicine, che però mi hanno creato altri problemi tra cui il diabete”.
La scoperta della malattia
La scoperta della malattia è stata difficile da accettare: “Ho avuto un momento molto duro – ha confidato a Eleonora Daniele – Ho affrontato tutto con Simona (Ventura, a cui è legato dal 2018, ndr), poi è partita la speranza. Sono convinto che riusciremo a evitare di arrivare al trapianto di polmoni.
Sto facendo di tutto per evitare alcune cose, come di andare in giro con l’ossigeno. Spero di farcela”. Le conseguenze, infatti, potrebbero essere gravi, anche se la cura procede nel migliore dei modi, ha fatto sapere Terzi: “Ogni mese vado in ospedale e mi danno la terapia, sono cure monoclonali e possono dare complicazioni fastidiose, ma io non ho avuto nulla, se non le avessi tollerate sarebbe stato un problema.
A dicembre mi diranno se queste cure riescono ad arrestare la malattia o se bisognerà fare un possibile trapianto”. Fondamentale per lui la vicinanza di Simona Ventura, che combatte accanto a lui: “Simona ha ridato progetto alla mia vita, ha dato senso a tutto – ha spiegato Giovanni Terzi – Facciamo fatica a staccarci, stiamo così bene con i nostri ragazzi.
Nella malattia mi è stata sempre vicino, come una roccia. Ha tenuto botta sempre. In alcuni momenti mi ha fatto capire la sua preoccupazione, ma lei riesce a sedarmi, non a farmi aumentare le paure”. I prossimi, dunque, saranno mesi importanti e non smetterà di raccontarli: “Il fatto di raccontarlo diventa terapeutico perché fa sì che io l’affronti”.