Carabiniere ferito in una sparatoria ad Acireale: le sue condizioni dopo l’operazione. Arrestato un uomo
Sebastiano Giovanni Grasso, il vicebrigadiere di 43 anni rimasto ferito in una sparatoria ad Acireale, è stato operato nella notte. Ora bisogna attendere ma i medici temono la paralisi; il militare si trovava nella chiesa di Santa Maria degli Ammalati per la comunione del figlio quando ha deciso di interventire per sedare una lite, trovandosi poi coinvolto in una sparatoria.
Trasportato d’urgenza presso l’ospedale Cannizzaro di Catania, Grasso è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico eseguito dall’equipe del dottor Cicero dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia.
Carabiniere ferito ad Acireale: le sue condizioni dopo l’operazione
Sebastiano Giovanni Grasso non è in pericolo di vita, ma i medici temono una lesione vertebro-midollare permamente.
Stando alle poche informazioni trapelate però, l’operazione sarebbe tecnicamente riuscita, per averne la certezza però bisognerà attendere, al momento la prognosi del vicebrigadiere resta riservata. Pare però che al momento il militare sarebbe cosciente ma non sarebbe in grado di muovere braccia e gambe.
La lite e la sparatoria che ha coinvolto il carabiniere ad Acireale
Tutto ha avuto inizio intorno alle 20 di domenica 5 settembre quando, durante la cerimonia della prima comunione che si stava celebrando nella chiesa di Santa Maria degli Ammalati, due famiglie hanno iniziato a litigare animosamente, pare, per un problema di posti.
Sebastiano Grasso, fuori servizio ma presente perché c’era anche il figlio di 10 anni tra i bambini che stavano per ricevere il sacramento, è intervenuto a sostegno dei colleghi per cercare di sedare la lite. A quel punto un uomo di 69 anni ha estratto una pistola e ha sparato, colpendo Grasso tra spalla e collo.
L’uomo è stato fermato con l’accusa di tentato omicidio
A premere il grilletto è stato quindi un uomo, nonno di uno dei bambini che stava ricevendo la comunione. La lite pare fosse di tipo famigliare, pare infatti che i genitori del piccolo fossero divorziati e le due famiglie da tempo sarebbero ai ferri corti. Secondo quanto si legge sul Corriere, a scatenare l’alterco sarebbe stata l’assegnazione dei posti, qualcuno sarebbe stato tenuto lontano dall’altare un gesto visto come uno sgarbo gravissimo.
Poco è bastato affinché una decina dei membri delle due famiglie si riversasse sul sagrato per iniziare a discutere.
Ora il 69enne è stato fermato con l’accusa di tentato omicidio e detenzione illegale di pistola.