Simona Cavallaro sbranata da un branco di cani, l’autopsia: “Sotto le sue unghie”. Ricostruzione terrificante: l’errore fatale
Ha provato a difendersi in tutti i modi Simona Cavallaro, la 20enne studentessa universitaria di Soverato sbranata e uccisa da un branco di cani pastore in un’area picnic di Monte Fiorino, nel Comune di Satriano. Una vicenda drammatica sulla quale l’autopsia ha fornito qualche dettaglio: la ragazza è stata attaccata alle spalle dai cani, probabilmente mentre stava già scappando impaurita. Ha riportato ferite profondissime alle spalle e alle gambe, poi risultate letali. Simona è infatti morta per dissanguamento.
La giovane era insieme a un amico, con cui stava perlustrando la zona per una scampagnata che nei progetti dei ragazzi avrebbero dovuto fare domenica. È possibile che la coppia sia finita nelle vicinanze di un gregge che i cani di razza maremmana e meticci, stavano forse custodendo. Per questo ora è indagato un pastore di 44 anni, proprietario del bestiame. Agghiacciante la dinamica: Simona e l’amico sono stati colti di sorpresa dai cani. Per la vittima sarebbe stata fatale una incertezza: anziché fuggire e ripararsi in una vicina chiesetta di legno (come fatto dal ragazzo), avrebbe provato a correre indietro verso l’auto con cui si erano recati sul luogo, venendo però raggiunta dal branco.
Secondo il referto del medico legale Isabella Aquila, al termine dell’autopsia di 5 ore disposta dal pm di Catanzaro Irene Crea, Simona ha lottato contro la furia dei 12 cani che si sono avventati contro di lei e il ragazzo: sotto le sue unghie infatti sono stati trovati peli di cane, una nuova perizia cercherà di stabilire se appartengono al branco assassino. Tra gli animali catturati, soltanto uno aveva impiantato il microchip che consente di risalire al proprietario. Alcuni dei membri del branco avevano ancora il pelo imbrattato di sangue. Le bestie erano talmente inferocite che i militari chiamati dall’amico di Simona (salvatosi perché riparatosi in un rudere e armato di bastone) per avvicinarli hanno dovuto sedarli.