Fermato mentre guida l’auto intestata alla moglie: multa e sequestro del mezzo. Le nuove norme del codice della strada che nessuno conosce
La norma voluta da Salvini e in vigore da dicembre scorso, tra le altre cose prevede il divieto ai cittadini italiani guidare auto con targhe straniere. Per riottenere la macchina necessaria una complessa procedura burocratica.
Rocco Lagioia, barese, è un docente universitario. Vive in Italia, ma è sposato con una donna tedesca.
Venerdì12 luglio, percorreva la strada che costeggia largo 2 Giugno a Bari quando è stato bloccato dagli agenti della polizia municipale, che gli hanno contestato una infrazione: quella di guidare un’auto, una Bmw, immatricolata in Germania (il veicolo è intestato alla moglie). I vigili urbani sono stati inflessibili: hanno elevato un verbale da oltre 400 euro e disposto il sequestro della vettura.
Il motivo? Il Decreto sicurezza, entrato in vigore nel dicembre scorso e voluto dal ministro Matteo Salvini, ha modificato il Codice della strada, introducendo una novità poco conosciuta: è vietato ai cittadini italiani guidare auto con targhe straniere. La norma, decisa per stanare quelli che sono stati chiamati “i furbetti delle targhe” ha come scopo quello di combattere il fenomeno degli automobilisti che acquistano le auto all’estero per non pagare le tasse e le eventuali multe in Italia.
Una novità, quella contenuta nel nuovo Codice della strada, che però si ripercuote negativamente sui cittadini che guidano le auto dei propri familiari residenti all’estero. È appunto il caso di Lagioia: ai vigili ha cercato di spiegare che circolava su un’auto con targa estera soltanto perché è intestata alla moglie e ha anche mostrato la carta di circolazione sulla quale c’è il nome della donna (che con il matrimonio ha acquisito il cognome del marito). Ma nulla. Gli agenti della polizia municipale hanno applicato in modo inflessibile la nuova norma.
All’auto sono stati apposti i sigilli e perché il docente universitario possa ottenerne la restituzione è necessario avviare una procedura burocratica tutt’altro che semplice e che prevede l’invio della targa da parte della Motorizzazione italiana in Germania. Difficile stabilire i tempi di questa pratica, che però non devono superare i 180 giorni (dopo scatterebbe la confisca).
L’applicazione di questa norma a scapito dei cittadini in totale buona fede aveva già fatto discutere quando un caso simile a quello di Lagioia era stato denunciato a gennaio in provincia di Brescia: era stato multato un ragazzo che circolava con l’auto della madre, anche lei tedesca.