Morto a 6 anni in piscina, i risultati dell’autopsia
Il piccolo Christian è morto annegato: sono questi i risultati dell’autopsia effettuata nella giornata di oggi venerdì 13 agosto sul corpo del bimbo di 6 anni e mezzo morto lunedì a causa di un incidente avvenuto nelle piscine comunali di San Pietro in Gu, nel Padovano.
Si ipotizzava un malore per il piccolo di appena sei anni che non sapeva nuotare, ma l’esame autoptico ha accertato che la causa del decesso è stata l’annegamento. A tentare di salvarlo, una bagnina della struttura, che si è tuffata per portarlo nuovamente a riva. Per lui, però, non c’è stato nulla da fare.
Secondo la prima ricostruzione, il piccolo non si era avvicinato all’acqua e stava giocando a riva con un altro bambino. Non è chiaro quindi come possa essere finito in piscina. Ad accertare questo tipo di dinamica saranno le forze dell’ordine attualmente impegnate sul caso. Il patologo che ha compiuto gli esami sul corpicino si è anche focalizzato sulla ricerca di possibili segni esteriori che potessero ricondurre a traumi, escoriazioni o ferite eventuali causate da elementi estranei o terze persone.
Forse è scivolato in acqua Sconvolto dal dolore il padre Emanuele Menin, che ha raccontato di aver raggiunto la piscina insieme all’altra figlia di appena 8 mesi. Descrive Christian come un bambine tranquillo e mite. “Mai si sarebbe tuffato sapendo di non essere in grado di nuotare – dichiara -.
Ho paura che qualcuno lo abbia spinto o che possa essere scivolato. Vogliamo solo la verità su quanto successo”. La bagnina 22enne della struttura è stata la prima ad intervenire, notando il bambino riverso a pancia in giù in acqua. Si è tuffata immediatamente per prestargli soccorso e ha poi chiamato il personale del 118 per tutte le ulteriori cure del caso. Con un elicottero, il bimbo è stato trasportato d’urgenza in ospedale. Poche ore dopo il suo arrivo in terapia intensiva, è morto.
“Tutti hanno fatto il possibile per salvare mio figlio – spiega il papà – ma il nostro dubbio è che sia stato fatto tardi. Forse usare maggiore attenzione avrebbe potuto salvarlo”.