Caldo, il nutrizionista: ‘sì a insalate, no a prosciutto e melone al mare’
Contro afa e caldo torrido, sì a insalate di pomodori o di cereali, panzanelle, carpacci e macedonie per i pranzi e le cene estive, freschi, salutari, a basso tasso calorico ed economici. No, invece, ai cibi apparentemente semplici come ad esempio prosciutto e melone. “Una combinazione che viene frequentemente utilizzata nella convinzione che sia leggera. In realtà è difficile digestione. Quindi va evitata soprattutto in spiaggia e soprattutto per i più piccoli, perché rischiano di fare il bagno senza aver digerito”, afferma Ciro Vestita, dietologo e fitoterapeuta, già docente di Nutrizione umana e fitoterapia all’Università di Pisa, che consiglia per combattere a tavola la calura di questi giorni “la classica frisella, condita con pomodoro, olio d’oliva e basilico o con l’aggiunta di rucola: sana e anche economica”.
“In estate – continua – mangiare frutta, onnipresente in questa stagione, a pranzo, come l’anguria ad esempio, può essere una buona scelta nelle giornate più calde. Un piatto perfetto, e anche a bassissimo costo, è la pappa di pomodoro. Adattissime per aiutare l’organismo ad affrontare il caldo anche le zuppe fredde di cereali, utili a migliorare le difese immunitarie perché ‘nutrono’ i batteri buoni del nostro intestino, il nostro ‘ministero della difesa’. Anche le verdure come le insalate e, soprattutto, la cicoria, con il loro alto contenuto di inulina (il cibo del nostro microbioma) oltre ad fornire i nutrienti necessari in questa stagione, ci aiutano a stimolare il sistema immunitario, quanto mai importante in questo periodo pandemico“. Sì, per lo stesso motivo, allo yogurt e al kefir. “Ma lo yogurt, a differenza di quanto spesso si crede, va preferito intero”. Meglio evitare, invece, le grigliate di carne, “le alte temperature creano particelle di acrilamide sempre pericolose per il nostro organismo”. Sì invece al pesce.
Infine l’acqua, nostra alleata sempre. “Ma non esageriamo. C’è – dice Vestita – chi si forza a berne anche 3 litri. Non è necessario, anche i reni si affaticano se si esagera. Gli adulti sani possono farsi guidare dal senso della sete. Diverso il discorso per gli anziani che dimenticano di bere e bisogna fare in modo che lo facciano con regolarità. Liscia o gassata dipende solo dal gusto ma ricordo che in Italia, quasi ovunque, la qualità dell’acqua del rubinetto è eccellente e, gusto a parte, non c’è bisogno di sostituirla”.