Ministro inglese usa il pugno duro: “Carcere per i clandestini, ergastolo per i trafficanti”
La nuova «Lady di ferro» inglese, il ministro dell’Interno Priti Patel è pronta ad un giro di vite sull’immigrazione illegale, con inasprimenti di pena, senza precedenti. Oltre a voler spedire i richiedenti asilo in Ruanda per decidere se hanno diritto a venire accolti in Gran Bretagna. Figlia di una famiglia indiana dell’Uganda è nata a Londra e ha le idee molto chiare. Purtroppo applicare il suo pugno di ferro in Italia, con Luciana Lamorgese al Viminale, è una chimera e per certi versi una missione impossibile.
Patel propone per i migranti illegali che attraversano la Manica, un aumento della pena da sei mesi a 4 anni di galera. In un paese buonista come l’Italia sarebbe arduo fare passare l’idea e soprattutto i tribunali (e le carceri) da intasati verrebbero travolti da cause infinite con avvocati delle Ong sulle barricate. E pensare che l’Inghilterra registra da gennaio appena 6mila approdi attraverso la Manica. In Italia sono già sbarcati oltre 21mila senza parlare degli arrivi da terra. Un fermo deterrente per gli immigrati illegali come i tunisini o quelli del Bangladesh, che non hanno diritto all’asilo, ci vorrebbe, ma la missione rischia di essere impossibile. Così il Giornale.
Più comprensibile e realizzabile l’inasprimento delle pene per i trafficanti che Londra vuole portare fino all’ergastolo. I decreti di sicurezza Salvini avevano gettato le basi per innalzare gli anni di galera, ma il problema è pizzicare i veri trafficanti. I capi dell’ondata via mare sono tranquillamente annidati in Libia. Una buona idea è inasprire le pene per gli scafisti, anche se sono migranti improvvisati al timone e per i passeur della rotta terrestre. Il piano inglese di selezionare in Africa i richiedenti asilo, studiato anche dalla Danimarca, non è campato per aria, ma di nuovo il mondo buonista di casa nostra insorgerebbe strappandosi le vesti.