Saman Abbas, l’sms-trappola della madre: “Torna a casa, stiamo morendo”. L’ultimo orrore che smaschera la sinistra
Un nuovo, raccapricciante, tassello nella storia di Saman Abbas. Spunta infatti l’sms-trappola con cui la madre la avrebbe attirata a casa: “Ti prego fatti sentire, torna a casa. Stiamo morendo. Torna, faremo come ci dirai tu”. Sarebbe questo il testo di quanto scritto da Nazia Shaheen. Un sms che risale al dicembre scorso, quando la ragazza era in una comunità protetta. La notizia è stata rilanciata dalla Gazzetta di Reggio.
Il messaggio, secondo il quotidiano locale, risale al periodo in cui la ragazza si trovava nella comunità protetta dopo aver denunciato i genitori che volevano obbligarla a un matrimonio combinato. Quel matrimonio combinato che avrebbe rifiutato per due volte e che sarebbe la ragione per la quale sarebbe stata uccisa dalla famiglia. Saman, infatti, è scomparsa da Novellara, provincia di Reggio Emilia, da più di un mese. Era tornata a casa dalla comunità protetta lo scorso 22 aprile.
La madre di Saman è indagata insieme al padre, Shabbar. I due sono latitanti e si troverebbero in Pakistan: sono stati filmati a Malpensa intenti ad imbarcarsi su un aereo diretto verso il loro paese d’origine. I due sono indagati per omicidio premeditato in concorso insieme allo zio Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, e ai cugini Nomanulhaq (latitante, si presume in Europa, con lo zio) e Ikram Ijaz, ora in carcere a Reggio Emilia, unico arrestato dopo essere stato fermato in Francia il 28 maggio scorso mentre tentava di raggiungere la Spagna.
Un sms, quello della madre, che forse più di tutto il resto in questa vicenda mette in luce il ruolo dell’Islam in questa vicenda. Anche la madre coinvolta, parte attiva nel piano che avrebbe portato all’uccisione della figlia. Certo, non è una novità. Eppure fino ad oggi era stata considerata al massimo connivente, assoggettata alle volontà della famiglia. E invece no: avrebbe brigato in prima persona per ingannare la figlia. E insomma, questo sms è un duro colpo a quella sinistra che si ostina a puntare il dito contro una società patriarcale, che si ostina a parlare di “femminicidio”. No, le motivazioni dietro a questa vicenda sono ben differenti: sono ragioni culturali che sembrerebbero coinvolgere l’intera famiglia.