Ciro Grillo, le intercettazioni con la madre in caserma: “Non frequentiamoci per un po’”, “Deficiente, stai zitto”

È quel primo settembre che per Ciro Grillo e i tre amici accusati con lui di stupro di gruppo è la prima convocazione nella caserma di Genova Quarto dopo il sequestro dei telefonini, il 29 di agosto. Dai carabinieri arrivano tutti in compagnia, chi con la madre chi con lo zio. E sono proprio alcune registrazioni effettuate dai carabinieri nella sala d’attesa ad avere ora una certa importanza. Quel giorno, arrivato per primo, c’è Edoardo Capitta che parla con sua madre e la donna a un certo punto gli suggerisce di non agitarsi. “Io sono agitato perché non so come andrà a finire”, risponde lui nei dialoghi riportati dal Corriere della Sera per poi precisare: “È chiaro che se mi faccio un mese di galera poi esco inc*** come una bestia”. Segue un altro passaggio: “Quando dalla finestra della sala d’attesa la madre ed Edo vedono che sono giunti in caserma anche Ciro Grillo e Francesco Corsiglia, Edo li saluta facendo il gesto delle manette e la madre gli dice di non fare lo stupido e di non ridere”. Lui risponde “sappiamo com’è andata”. E la donna: “Comunque non fare lo stupido”.

Con il suo ingresso, il figlio del garante del Movimento 5 Stelle avverte oltre a Capitta anche Francesco Corsiglia: “In questi giorni non dobbiamo né vederci né frequentarci anche se non abbiamo nulla da nascondere”. A quel punto, è quanto si legge in un documento che riporta l’accaduto, “la madre suggerisce di parlare di altro”. Tutte queste conversazioni in caserma adesso sono fra le fonti di prova allegate al fascicolo che la procura di Tempio Pausania ha mandato in tribunale chiedendo il rinvio a giudizio. Quindi il 25 giugno, giorno dell’udienza preliminare, il giudice Caterina Interlandi valuterà fra le altre cose anche il peso di quei dialoghi, compreso il fatto del “parlare d’altro” suggerito dagli adulti.

Ma non è finita qui perché nelle registrazioni è il figlio di Grillo a proseguire, mentre la madre, Parvin Tadjik, lo redarguisce: “Sei veramente uno stupido, stai zitto”. Dalla parte della madre anche lo zio di Corsiglia che “dice a Ciro di dar retta a sua madre”. Non basta però tanto che la madre lo rimprovera nuovamente ordinandogli “di uscire dalla sala d’attesa”. E ancora: “Sei un deficiente, non ho parole… siete tre bambini e non capite…”. Poco dopo, alle 10.42, arriva il quarto del gruppo, Vittorio Lauria, i carabinieri con una scusa fanno uscire gli accompagnatori e i ragazzi restano soli. La descrizione della scena lascia ben pochi dubbi: “Ciro con gesti fa cenno agli altri di smettere di parlare e sempre a gesti fa cenno agli altri di rimanere in silenzio portandosi le mani vicino alle orecchie come a lasciar intendere che potrebbero essere ascoltati”. E allora è Vittorio che parla: “Siamo indagati ma sappiamo di essere innocenti”

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