“Aveva solo 13 anni”. Uccisa con 114 coltellate dal compagno di classe: “L’ha attirata in un bosco…”
Una vicenda atroce quella che arriva dall’altra parte del mondo. Un caso che per certi versi ricorda quello di Yara Gambirasio. Stavolta però non siamo a Brembate ma in in Florida. È qui che un 14enne, Aiden Fucci, è stato incriminato per l’omicidio di Tristyn Bailey, 13enne uccisa con 114 coltellate e ritrovata senza vita in un bosco dello stato americano. Ad inchiodarlo sono state le tracce di dna rinvenute sui vestiti di Fucci e, soprattutto, le impronte digitali sull’arma del delitto.
Il 14enne compagno di classe della vittima, ora rischia l’ergastolo, ma non la pena di morte, essendo minorenne. Dopo aver ricostruito la dinamica del delitto, il procuratore ha incriminato Fucci come adulto per “omicidio premeditato” della compagna di classe. Oltretutto non ci sarebbero dubbi sulla colpevolezza del ragazzo che ha in seguito confessato l’efferato delitto. “La premeditazione è evidente dal numero delle ferite da taglio che la ragazza ha subito”, ha detto il procuratore a UsaToday.
E ancora: “almeno 49 di queste ferite erano alle mani, alle braccia, alla testa”,segni dei tentavi di autodifesa da parte della ragazza. Secondo qualcuno potrebbe trattarsi anche di un raptus, il cosiddetto omicidio passionale. Secondo quanto raccolto nelle settimane precedenti all’arresto, Larizza spiega come l’omicidio sia stato premeditato da Fucci.
Qualche giorno prima, infatti, il 14enne avrebbe detto ad alcuni suoi amici che “voleva uccidere qualcuno portandolo nel bosco per accoltellarlo“. Il corpo di Tristyn è stato ritrovato otto ore dopo la denuncia dei genitori della 13enne proprio in un bosco a mezzo miglio dalla casa di Fucci. Le indagini hanno poi riscontrato prove schiaccianti nei confronti del giovane.
Non solo, sulle scarpe e sulla maglietta di Fucci gli inquirenti hanno trovato tracce del dna di Bailey e impronte digitali sull’arma del delitto. Poi il procuratore ha affermato: “Non ho nessun piacere ad incriminare un 14enne come un adulto per omicidio di primo grado, si tratta di una decisione triste, ma è per noi chiaro che visto quello è successo incriminarlo come un adulto non solo era la cosa più appropriata ma anche l’unica scelta che avevamo“.