Famiglia Ciontoli, le assurde richieste dal carcere
La famiglia Ciontoli dopo la conferma della sentenza in Cassazione è stata condotta in carcere, Antonio e Federico si trovano a Regina Coeli e Martina con la madre a Rebibbia. Secondo quanto riportato da La Repubblica, pare che Martina, all’epoca della morte di Marco Vannini sua fidanzata, sia molto dimagrita.
Il volto sarebbe scavato e lo sguardo perso nel vuoto. Inoltre, pare che ripeta sempre la stessa domanda: “Quando usciamo, voglio andare via da qui”. Con la madre Maria Pezzillo ripeterebbero continuamente: “Vogliamo andare via di qui, è un’ingiustizia, non volevamo la morte di Marco”.
La sentenza, infatti, non è stata accettata dai familiari di Antonio Ciontoli, che accusati di concorso anomalo, dovranno scontare in carcere 9 anni e 4 mesi. La condanna parte dal presupposto che Maria Pezzillo, Federica e Martina Ciontoli, non avrebbero chiesto subito soccorso dopo il ferimento di Marco Vannini.
Dopo la sentenza Marina Conte aveva detto: “Non finirà qua, io continuerò a portare in alto il nome di mio figlio, magari aprendo un’associazione per poter aiutare i giovani. Gli hanno levato la dignità in quella casa: dire che mio figlio faceva il bagno davanti a mio suocero vuol dire questo. Marco è stato spogliato di dignità. La scorsa settimana me lo sono sognato: mi diceva ‘mamma andrà tutto come deve andare’.
Non l’ho detto neanche a mio marito. Era bello, stava al mare. Ci siamo battuti per 6 anni, la paura c’è sempre ma ci abbiamo creduto fino alla fine”. Ma quella di uscire non è stata l’unica richiesta. Qualche giorno fa è stato Antonio Ciontoli a fare una richiesta a gran voce. “Posso stare in stanza con mio figlio? È solo un ragazzo”. Antonio Ciontoli lo ha chiesto al direttore del carcere romano di Rebibbia, almeno stando a quanto riporta il Messaggero. L’istanza è stata, però, respinta per questioni di protocollo.
Federico Ciontoli e suo padre si sono presentati in carcere poche ore dopo la sentenza della Corte di Cassazione e sono stati accompagnati al centro clinico di Rebibbia, dove rimarranno in isolamento per qualche giorno a causa dei protocolli anti Covid. Le prime ore in cella, sempre stando a quanto riporta il Messaggero, le hanno trascorse guardando la televisione.