Iva Zanicchi, il lutto improvviso: “Era una donna splendida”
Si può vestire una voce? Sì, si può. E si diventa un tutt’uno con un successo fatto di talenti e di amicizia. Ines Costi e Iva Zanicchi sono state sarta e musa, ma soprattutto una famiglia. «Ines era soprattutto generosa.
Essere generosi con chi non ha niente è più difficile, sa?», ci racconta l’Aquila di Ligonchio a poche ore dalla scomparsa dell’84enne artista del tessuto conosciutissima a Reggio, diventata punto di riferimento per le signore del centro negli anni ‘70 anche e soprattutto per aver vestito Iva Zanicchi in decine di occasioni, su tutte i Festival di Sanremo
Originaria di Quattro Castella, Ines Costi si era trasferita a Reggio città e lì aveva conosciuto le tre sorelle Zanicchi, diventando un po’ la quarta del gruppo. Ha confezionato l’abito da sposa per Maria Rosa, poi per Viria, e poi l’ha fatto per Iva, diventando amica e casa per la giovanissima cantante che dalla montagna reggiana era approdata in città per tentare la fortuna.
«Ero alloggiata presso uno zio, non avevo nulla, non avevo possibilità ma non volevo pesare sui miei che già stavano facendo tanti sacrifici…Se non avessi avuto lei avrei avuto tanti problemi in più…Mi ha regalato i primi vestiti per andare a cantare».
Pizzi e merende. «Andavo a casa sua – racconta ancora Iva Zanicchi – Lei mi faceva gli abiti e mi diceva: tu devi solo cantare, è sufficiente. E io cantavo. La sua mamma che fette di torta che mi dava, non le dico…».
Poi è arrivato il 1966, la prima apparizione di Iva sul palco dell’Ariston, una folgorazione. Sia per quella voce, che cantava La notte dell’addio, sia per quell’abito. Una sirena bianca. Erano state le mani di Ines a realizzarlo. Non passò inosservato. «Antonello Falqui mi invitò a Studio Uno – racconta la cantante – Non era usuale per chi non vinceva. Ma lui mi volle e mi disse: devi venire con quel vestito».