“Ho visto tutto”. Denise Pipitone, a distanza di 17 anni esce fuori la verità
“Ci rivolgiamo a quella persona che dopo 17 anni ha avuto il coraggio e il senso civico di inviare una lettera anonima al mio studio legale, dando informazioni nuove, ti invitiamo a fare un altro passo, nella massima riservatezza, fatti sentire”: è questo l’appello, riportato sui suoi canali social, di Giacomo Frazzitta, l’avvocato che da anni con Piera Maggio segue la vicenda di Denise Pipitone.
Anche attraverso la trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto?”, che ieri sera è tornata sul caso, l’avvocato Frazzitta ha fornito aggiornamenti su Denise Pipitone, scomparsa all’età di 4 anni da Mazara del Vallo (Trapani) nel 2004. “Noi lo ringraziamo per il suo senso civico e chiediamo un ulteriore sforzo, è importante che si faccia sentire in qualche modo”, ha detto Frazzitta alle telecamere di “Chi l’ha visto?”
parlando di questa missiva anonima con informazioni “concrete” e che non erano state riferite mediaticamente sulla scomparsa di Denise Pipitone arrivata nel pomeriggio di mercoledì nel suo studio legale. L’appello dell’avvocato Frazzitta è stato condiviso anche sulla pagina Facebook della stessa Piera Maggio, mamma di Denise: “La serietà nell’appello dell’avvocato Giacomo Frazzitta, in questo momento non deve indurre nessuno a conclusioni sbagliate. Grazie”, sottolinea Piera.
Gli aggiornamenti sul caso di Denise Pipitone
Diverse le ultime piste seguite nel caso della scomparsa di Denise Pipitone, dalla ricerca di una bambina segnalata 17 anni fa a Milano a una giovane che vive in Calabria e che però avrebbe già negato di essere la figlia di Piera Maggio e Piero Pulizzi. Nella puntata di ieri sera di “Chi l’ha visto?”
si è tornati anche su una testimonianza che arrivò all’epoca della scomparsa della bimba di Mazara del Vallo. Quella di Battista Della Chiave, un anziano sordomuto secondo cui “Denise Pipitone è stata rapita da due uomini e portata via in moto e poi in barca”. Le rivelazioni dell’uomo sono emerse da una nuova analisi del video dell’interrogatorio, registrato dagli stessi inquirenti, condotta da alcun esperti Rai.
Molte informazioni emerse dall’interrogatorio sarebbero, secondo queste nuove analisi, state perse per una errata traduzione da parte dell’interprete della lingua dei segni che non avrebbe bene compreso i gesti dell’uomo. Il legale di Piera Maggio ha dichiarato che anche loro avevano avuto dei dubbi su come venne raccolta la testimonianza di Battista Della Chiave.