Denise Pipitone e la ragazza di Scalea: ora esce fuori la verità sulla cicatrice
La pista calabrese per rintracciare Denise Pipitone è attendibile? Forse. Ma la prima a non crederci è proprio la ragazza su cui si sono concentrate le indagini degli inquirenti negli ultimi giorni. Le sue ultime dichiarazioni lasciano poche speranze: “Non sono io, sono sicura. E mi chiamo Denisa, non Denise”. Ma degli ulteriori approfondimenti è doveroso farli.
Nelle ultime 24 ore, i carabinieri di Scalea si sono mossi per verificare se lei non sia in realtà la bimba scomparsa nel 2004 da Mazara del Vallo. A far scattare le verifiche, la segnalazione di una commerciante ed una parrucchiera che vedendo la ragazza in centro, avrebbero notato la somiglianza fra la giovane e le vecchie foto di Denise circolate sui media.
Incuriosite, le due donne avrebbero iniziato a parlarci con il pretesto di offrirle un lavoro, per poi carpire qualche informazione in più sulla sua vita e la sua famiglia. La ragazza, affermano di aver scoperto, avrebbe vissuto in diverse città d’Italia prima di fermarsi a Scalea, ospite di alcune famiglie rom, ma – hanno affermate entrambe – ha mostrato di ricordare molto poco della sua infanzia. Da qui il sospetto che possa trattarsi proprio di Denise.
Elementi buoni – hanno deciso le due negozianti – per una segnalazione agli investigatori. Da lì è partita la comunicazione obbligata alla procura della Repubblica di Marsala, che per prassi e norma ha ordinato ai carabinieri di procedere con i primi accertamenti. Rintracciata nel campo rom del paese, la giovane ieri è stata convocata in caserma e ascoltata per ore, ma di quel colloquio filtra poco o nulla. L’ordine è di procedere con prudenza e massimo riserbo. Da quanto si sa, la ragazza non si sarebbe sottratta alle domande. Agli investigatori ha raccontato la sua vita, la sua storia, ha indicato chi siano i genitori.
Secondo alcune indiscrezioni però avrebbe dichiarato di avere solo diciannove anni e questo potrebbe portare ad escludere che sia proprio lei la bimba scomparsa e che oggi dovrebbe averne 21. Un’ipotesi che è la stessa ragazza oggi al centro dei nuovi accertamenti investigativi a scartare . “Anche io ho avuto problemi familiari, ma non so perché dicono che sia io Denise Pipitone: io mi chiamo Denisa e abito a Cosenza, sono qui a Scalea da amici”. Sì, ha una cicatrice molto simile a quella della bimba scomparsa – spiega – ma è dovuta ad una caduta da cavallo che ricorda perfettamente e non è nata in Sicilia, ma in Romania. In ogni caso – ha fatto sapere – non avrebbe alcun problema a sottoporsi ad un test del dna.
Tutti elementi finiti nell’informativa che i carabinieri di Scalea hanno inviato alla procura di Mazara del Vallo, competente sul caso, insieme ad una serie di accertamenti sull’entourage della ragazza. Adesso toccherà ai magistrati siciliani decidere se gli elementi sono sufficienti per disporre analisi tecniche ed eventuali comparazioni del dna. Ma per adesso pare che nessuna decisione sia stata presa. “Con noi la procura non parla, è un muro”, si lamenta l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, la madre della bambina scomparsa.