“Il cioccolato, poi bevi”: quel consulente della morte che uccide i giovani
Ha ingerito un cioccolatino prima di farla finita con un cocktail di sostanze velenose. A suggerirglielo è stato uno sconosciuto in chat che ha guidato Paolo, un 19enne romano morto suicida, negli ultimi istanti della sua vita. Non una parola per cercare di farlo desistere dal suo intento. Anzi, stando a quanto rivelerebbero le conversazioni riportate dal quotidiano Il Messaggero, il “consulente della morte” si sarebbe vantato di non aver chiamato la polizia quando una ragazza avrebbe tentato di suicidarsi perché “bisognava rispettare la sua scelta”. Altri due ragazzi, poco più che ventenni, sono finiti nella trappola.
Il “consulente della morte”
Una storia a dir poco agghiacciante che risale al febbraio del 2020. Paolo è uno studente modello, appassionato di sport e con tanti sogni nel cassetto. Ma come accade a molti giovani della sua età, sta attraversando un momento di fragilità segnato dalla fine della storia d’amore con la sua fidanzata storica. Perso e senza alcun appiglio a cui aggrapparsi, il 19enne decide di farla finita. Cerca in internet, s’informa sulle sostanze che possano assicurargli una morte rapida e indolore. La trova: è il nitrito di sodio. Il suggerimento gli arriva da uno sconosciuto iscritto al “forum della morte”, una agorà virtuale dove gli adolescenti si radunano per scambiare informazioni sulle sostanze che uccidono, sui veleni che assicurano il sonno senza risveglio. Il “consulente” accompagna Paolo nei suoi ultimi istanti di vita: “Mi mancherai quando te ne andrai”, gli dice. Pochi istanti ed è già tutto finito.
Le chat dell’orrore
La tragedia, che si consuma in una manciata di minuti, ha inizio molti mesi prima di quel drammatico 13 febbraio. Le conversazioni tra Paolo e lo sconosciuto risalgono a novembre del 2019. La prima foto che il 19enne invia al suo interlocutore è il nitrito di sodio acquistato sul web che, combinato con un’altra sostanza, dovrebbe impedirgli di vomitare ed assimilare al meglio il veleno. Paolo: “Mi è costato 12 euro e ho fatto un buon affare, dallo stesso venditore ho comprato anche un altro prodotto”. Il consulente gli risponde: “Questa combinazione l’hanno già usata diverse persone in Gran Bretagna. Ma dal momento che con questo mix di sostanze ci hanno riprovato, evidentemente non ha funzionato bene”. Il 19enne domanda: “La seconda volta ci sono riusciti?”; “Da quello che so sì”, ribatte lo sconosciuto. E ancora, gli fornisce altri dettagli utili: “un regime di 48 ore prima (con l’utilizzo di una serie di sostanze) è molto raccomandato”. La conversazione procede. Poi i due non si parlano più fino al 12 febbraio 2020, quando Paolo lo contatta e gli scrive: “ti devo chiedere qualcosa rispetto all’utilizzo di un prodotto prima del nitrito di sodio”. Il consulente: «perché così urgente?”. “Perché vado stasera”, risponde il 19enne.
La conversazione poi vira su altri tentativi di suicidio che, a quanto sembrerebbe, riguardano persone conosciute a entrambi. Il consulente: “Lo sai che hanno chiamato la polizia per Kuo?”. “Penso che abbiano fatto la cosa giusta – sottolinea Paolo – lui non voleva morire ma era solo fuori di testa, so che chiamare la polizia non è una cosa buona. Ma in quel caso lo giustifico”. La replica dello sconosciuto è tanto decisa quanto rabbrividente: “E allora dove è la libertà di prendere le scelte sulla propria vita? Io avrei potuto chiamare la polizia per Michelle e non l’ho fatto”. “Ma lei – aggiunge Paolo – aveva un piano ed era sicura di quello che stava facendo, Kuo non aveva un piano ed era solo fuori di testa. Penso che questo faccia una grande differenza se sei impulsivo o se sei sicuro di quello che stai facendo”.
“Mangia un cioccolatino, poi bevi”
Il consulente della morte sa come assicurare il suicidio alle sue vittime, ha già “aiutato” altri due giovani: il 26 aprile, uno studente a Bassano del Grappa durante una lezione a scuola tenuta con la Dad e, sempre a Roma, Fabio un 19enne il 9 dicembre del 2020 in un albergo alle spalle di Termini.
“Sarò triste quando te ne andrai, se hai qualche domanda io sono qui”, scrive a Paolo. Il 19enne allora gli chiede: “Posso mangiare un pezzo di cioccolato prima? Solo un pezzo. Ho deciso di adottare il metodo rapido delle otto ore prima”. Il suo interlocutore lo rassicura: “Con tutta quella sostanza che hai ingerito prima non vomiterai, non preoccuparti. Ti è rimasta qualche pillola per rilassarti?”. Il giovane ribatte: “Sì molte”. “Quelle ti aiuteranno”, è la risposta. Paolo fotografa i bicchieri con il nitrito di sodio. Poi gli scrive “Grazie amico”. Il consulente domanda: “Ehi sta succedendo qualche cosa?”. Paolo è già morto.
I “forum della morte”
Sarebbe questo il nome con cui gli inquirenti hanno ribattezzato i forum in cui i giovani si radunano per scambiare informazioni sulle sostanze che uccidono, sui veleni che assicurano il sonno senza risveglio. Il padre del 19enne Fabio, che ha compiuto il gesto estremo il 9 dicembre scorso sempre a Roma, Marco Gianfreda vuole evitare che altre tragedie si ripetano. E mette in questo modo in guardia altri genitori: “Attenzione, i ragazzi questa sostanza per uccidersi la conoscono bene. Siamo noi genitori che non ne sappiamo abbastanza”. E ancora: “Vorremmo creare una rete ed essere un punto di riferimento e salvare così delle vite. Per questo chiedo di scrivermi”. Intanto, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio.