Reddito di cittadinanza, revocato a chi dopo una sanzione ha presentato domanda in anticipo
In queste ultime ore diverse persone stanno lamentando l’impossibilità di ottenre il reddito di cittadinanza, che è stato bloccato direttamente dall’Inps con una motivazione che anche molti addetti dei CAF stanno facendo fatica a comprendere. Andando a vedere nel dettaglio, si scopre infatti che l’Inps sta considerando come decaduti i redditi di cittadinanza la cui domanda è stata presentata: “Prima dello spirare del termine di 18 (o 6) mesi di cui all’articolo 7, comma 11, della legge n.
26 del 2019″.
Reddito di cittadinanza, perché a molti è stato tolto?
Una novità apparsa solo di recente, quando l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha deciso di far applicare anche le sanzioni accessorie previste in caso di decadenza del reddito di cittadinanza. Condizione che può sopraggiungere nel caso di mancato rispetto della normativa.
Reddito di cittadinanza, i casi in cui scatta la decadenza
Alcuni tra i casi in cui il reddito viene considerato decaduto sono ad esempio:
- mancata comunicazione di un rapporto di lavoro avviato durante il periodo di fruizione del reddito di cittadinanza;
- mancata comunicazione di dimissioni presentate da uno o più componenti del nucleo familiare;
- variazione del nucleo familiare non comunicata come vuole la normativa, vale a dire rinnovando l’Isee entro due mesi dalla variazione e presentando una nuova domanda nei casi diversi da nascita e morte;
- terza assenza ingiustificata ad una convocazione del Centro per l’Impiego;
- rifiuto di tre offerte di lavoro congrue, o anche rifiuto della prima offerta di lavoro congrua nel caso dei secondi 18 mesi di fruizione;
- domanda presentata omettendo redditi o con false informazioni sul proprio stato;
- mancato rilascio della Dichiarazione di disponibilità immediata al lavoro.
Reddito di cittadinanza, il tempo entro cui presentare una nuova domanda
Nel caso di mancato rispetto della normativa inoltre non viene soltanto dichiarato decaduto il reddito di cittadinanza, ma scatta anche un periodo di tempo durante il quale non si può presentare una nuova domanda per ottenerlo. Questo lasso di tempo corrisponde a 18 mesi dalla data del provvedimento revoca, riducibili a 6 in caso di nel caso nel nucleo familiare in questione facciano parte un minore o un disabile.
Se dunque ora qualcuno si sta vedendo bloccare l’erogazione del reddito è semplicemente perché ha presentato in anticipo rispetto ai tempi una nuova domanda per l’ottenimento, dichiarato decatuto a seguito di una sanzione. Il fatto che l’Imps abbia effettuato il controllo soltanto ora ha purtroppo comportanto una precedenza accettazione della domanda seguita da un immediato blocco dell’erogazione del reddito.