Lutto nella tv, il conduttore e giornalista è morto: una drammatica fine
Il documentarista è morto insieme al cameraman Roberto Fraile in un agguato di stampo jihadista nella nazione africana, dove stavano effettuando un reportage sul bracconaggio. Roberto Saviano ha ricordato Beriain, noto per le sue inchieste televisive sulle mafie: un servizio del 2019, però, è finito sotto indagine da parte della Procura di Milano.
Lutto per il mondo del giornalismo spagnolo. Il documentarista David Beriain e il cameraman Roberto Fraile sono stati assassinati, vittima di un attentato di stampo jihadista in Burkina Faso. La ministra degli Esteri spagnola, Arantxa González Laya, ha confermato la morte dei due. Ecco chi era Beriain, noto per le sue inchieste sulle criminalità organizzate, una delle quali – dedicata alla mafia italiana – finì però sotto indagine da parte delle nostre autorità.
La carriera di David Beriain David Beriain aveva condotto l’inchiesta Il mondo dei narcos ed era stato il conduttore del programma televisivo Clandestino, dedicato alla criminalità organizzata nel mondo e andato in onda anche in Italia. A fine marzo, però, la procura di Milano ha indagato Beriain per “Clandestino – Mafie Italiane” il documentario trasmesso da Nove nel 2019. Il reportage, fatto di interviste esclusive a esponenti di ‘Ndrangheta, Cosa Nostra e Sacra Corona Unita, sarebbe stato infatti un fake, una ricostruzione cinematografica.
Il canale Nove, che aveva acquistato il prodotto per 425mila euro, risulterebbe pertanto parte offesa. Il documentarista e conduttore era comunque ritenuto da anni uno dei massimi esponenti europei di giornalismo d’inchiesta. Lui e Roberto Fraile, cameraman di Salamanca, avevano partecipato nel 2017 a un documentario di Hernan Zin intitolato Dying to tell, incentrato sui racconti dei reporter di guerra.
Il giornalista Roberto Saviano ha ricordato Beriain dalla sua pagina Facebook: “Provo immenso dolore per la notizia della morte del giornalista David Beriain, assassinato insieme al cameraman Roberto Fraile dalle milizie islamiste in Burkina Faso. Ci eravamo incontrati qualche anno fa per raccontare i nuovi clan del centro di Napoli. Che si trattasse di cartelli messicani, narcotraffico del Campo de Gribraltar o giovani paranze napoletane, David Beriain era un giornalista estremamente competente, dotato di quella capacità di indagine e di analisi indispensabile per questo mestiere.
David si era dato la regola di andare dove la vita si fa estrema, nei luoghi dove la luce non riesce a penetrare il sottobosco criminale. Aveva raccontato la guerriglia, i narcos, il terrorismo, ficcandosi nel quotidiano di ciò che voleva raccontare, battendo le strade, i barrios, le trincee del racconto. Per David distanza significava menzogna, solo stare attaccato alle cose era il percorso che portava alla verità. Addio David, addio al tuo cuore impavido”.