“Potrebbe essere Stefano”. Cadavere decapitato ripescato dal fiume, il sospetto è terribile. Del caso si era occupato ‘Chi l’ha visto?’
Caselle Landi, cadavere ritrovato nelle acque del Po. Una tragica scoperta quella avvenuta sul versante lombardo a Caselle Landi tra le province di Lodi e Cremona. Il ritrovamento lega la storia di due giovani, ovvero quello di Stefano Barilli, il 23enne di Piacenza scomparso a febbraio, e quello di Alessandro Venturelli, 20enne di Sassuolo, di cui si sono perse le tracce a dicembre.
Potrebbe trattarsi di Stefano Barilli, questa la prima ipotesi avanzata dagli inquirenti. E non appena appresa la notizia del tragico ritrovamento di un cadavere nelle acque del Po, Sonia Barilli, madre di Stefano, ha così commentato: “Purtroppo ho appreso questa notizia dai siti d’informazione, ma non ho ancora certezza che sia Stefano. Ho saputo del ritrovamento di un corpo senza testa”.
La donna ha aggiunto: Non è ancora possibile dire con certezza chi sia”. Ma nel cuore della mamma del ragazzo non può che esistere ancora la speranza che non si tratti del figlio: “Mio figlio è scomparso da casa da più di due mesi e si è subito pensato a lui. Tuttavia io non ho nessuna certezza, ufficialmente non vi è ancora niente di sicuro”. Al contempo, sulle rive del Po sono giunti i carabinieri della stazione di Codogno e i vigili del fuoco di Lodi e Cremona per il recupero del corpo. (Continua a leggere dopo la foto).
Poi la scoperta di un bigliettino, trovato proprio nelle tasche del pantalone del cadavere. Tutto farebbe pensare a un messaggio per preannunciare il gesto estremo: “È un suicidio, nessuno mi ha costretto a farlo”. Solo l’autopsia e ulteriori rilievi sul campo potranno dare maggiori risposte sul caso, ma al momento lo stato di decomposizione del corpo sembra essere compatibile con i tempi della scomparsa. (Continua a leggere dopo le foto).
Tanto della scomparsa di Stefano quanto di quella di Alessandro, si era occupato anche la telespettatrice di Chi l’ha visto? in seguito all’avvistamento di due ragazzi presso la stazione di Milano. Nonostante la somiglianza dei due a Barilli e Venturelli, la pista d’indagine è poi risultata errata. Solo ulteriori indagini sul caso potranno fare risalire all’identità della vittima, primo tra tutti il test del Dna.