Docente palermitana morta dopo vaccino AstraZeneca, esposto dei familiari
I familiari della docente palermitana morta 17 giorni dopo la prima dose del vaccino Astrazeneca presentano un esposto in Procura. Emerge che, il 7 marzo, Cinzia Pennino, 46 anni, la prof palermitana di Scienze biologiche del Don Bosco deceduta il 28 marzo, si sarebbe presentata la prima volta alla Fiera per sottoporsi alla vaccinazione, e che il medico che l’ha ricevuta il vaccino Astrazeneca non avrebbe voluto somministraglielo, giudicandola probabilmente in sovrappeso. Secondo la famiglia e i legali “senza spiegare le motivazioni, cosa che aveva reso Cinzia nervosa perché lo reputava probabilmente un abuso”. La prof si sarebbe così riprenotata sul portale e sarebbe andata in Fiera nuovamente il 10 marzo, quattro giorno dopo il primo no, stavolta non ci sarebbe stato nessun problema e il secondo medico avrebbe deciso di iniettare la dose.
Il particolare emerge dall’esposto presentato martedì alla Procura dagli avvocati della famiglia della vittima, Raffaella Geraci e Alessandro Palmigiano. Depositato un esposto e un’istanza di accesso anche all’Aifa per conoscere le determinazioni sulla distribuzione del vaccino e all’azienda sanitaria provinciale per conoscere le procedure mediche seguite e le terapie seguite a partire dalla fase della somministrazione del vaccino AstraZeneca fino al momento del decesso. Il dolore per la perdita di Cinzia è fortissimo, così come la voglia di sapere cosa sia effettivamente successo, se il vaccino c’entri o no con la morte di Cinzia. Sulla vicenda il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Giorgia Spiri hanno aperto un fascicolo.
“Ci sono troppi dubbi sul decesso”, dicono i legali che intendono verificare se ci siano profili di responsabilità ma anche criticità legate al consenso informato. Ma soprattutto, i familiari vogliono capire perché la loro Cinzia era stata in un primo tempo (il 7 marzo) rimandata indietro e poi invece vaccinata da un secondo medico (4 giorni dopo) . Quella mattina alla Fiera del Mediterraneo, Cinzia ha trovato un medico diverso che le ha somministrato AstraZeneca, senza sollevare questa volta alcun dubbio o incertezza legati al peso. Poi i primi sintomi: la professoressa ha iniziato ad accusare mal di testa e febbre seguiti, nei giorni successivi, da dolori addominali e vomito che anziché diminuire crescevano progressivamente. Dopo avere chiesto un consiglio a una sua cara amica, che di professione fa il medico, il 23 marzo Cinzia Pennino si è presentata al pronto soccorso del Buccheri La Ferla, dove in seguito a una serie di esami è emersa una trombosi addominale in atto. Nonostante l’immediato trasferimento al reparto di Ematologia del Policlinico di Palermo, la situazione è peggiorata e la professoressa è stata intubata e posta sotto anestesia. Ma tutte le terapie si sono rivelate vane e il 28 marzo è stato comunicato il decesso alla famiglia.
Secondo il parere dei familiari – riportato nell’esposto presentato con l’assistenza degli avvocati Raffaella Geraci e Alessandro Palmigiano – la professoressa Cinzia Pennino era in ottima salute fino alla data della somministrazione del vaccino AstraZeneca e risulterebbe, quindi, evidente un rapporto causa/effetto tra il vaccino e la trombosi mortale. Non è solo una questione di consenso, di terapie o di quali sono i casi in cui AstraZeneca non va somministrato: i familiari vogliono infatti vederci chiaro su tutta questa storia e capire come mai il primo medico si era astenuto dalla somministrazione e se la morte poteva essere evitata.