Che cos’è la fibromialgia? Ecco cause, sintomi e rimedi
La fibromialgia è, ancora oggi, oggetto di studio perché non si riesce a capire bene il meccanismo di questa sindrome e non esiste una cura. Le donne dai 25 ai 55 anni sono quelle più colpite da questa malattia rara. Infatti essa presenta talmente tanti sintomi che all’inizio degli studi veniva classificata come psicosomatica o come una fibrosite, ossia un’infiammazione dei muscoli. In seguito si è scoperto che nella fibromialgia non c’è infiammazione, né degenerazione, come l’artrite, perciò i comuni farmaci antinfiammatori non eliminano o mitigano il dolore.
I vari studi sono giunti alla conclusione che questa è un disturbo del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo e non un disturbo mentale. I pazienti affetti da questa patologia, lamentano un dolore localizzato o diffuso, questo perché i muscoli in costante tensione è come se lavorassero di continuo e quindi la persona affetta da questo tipo di problema lamenta un senso di stanchezza costante, di rigidità articolare e di pesantezza agli arti, che limita i movimenti.
Questo dolore diffuso e persistente porta ad avere tutta una serie di altri sintomi, come ansia, depressione, disturbi del sonno, colon irritabile. Uno dei sintomi più attendibili per la diagnosi è quello definito Tender points, in quanto i tendini, gonfiandosi, diventano dolenti nei loro punti di inserzione e producono dolore nella palpazione.
Gli studi della fibromialgia sono iniziati nel 1800, ma solo nel 1992 è stata riconosciuta come malattia dall’ Organizzazione mondiale della Sanità. Il sintomo fondamentale, per l’anamnesi di questa patologia, è il dolore cronico e diffuso che persiste da almeno tre mesi, ma anche vertigini, acufeni e disturbi visivi, come secchezza agli occhi e fotofobia che sono anch’essi sintomi base per l’anamnesi.
L’espressione “mi fa male tutto“, è quella che fa capire meglio l’entità di questa patologia, che compromette non poco la qualità di vita del paziente. Per questo, subentrano i sintomi di ansia, depressione e catastrofismo che sono legati alla fibromialgia, soprattutto nei pazienti che non hanno una soglia del dolore molto alta. La fibromialgia porta l’insonnia parziale o totale, infatti molti pazienti si sentono più stanchi la mattina al risveglio che la sera, perché non sono riusciti ad avere un riposo ristoratore. Tutto questo genera stress, calo dell’umore e astenia, sintomi che incidono negativamente sulla qualità della vita dei pazienti.
Essi una volta erano considerati malati immaginari e venivano curati con gli psicofarmaci. Oggi, invece si è capito che non è un disturbo psicologico e si sta cercando di curare i pazienti con tecniche di rilassamento, con farmaci antidolorifici e miorilassanti, più il supporto della terapia psicologica per la sopportazione del dolore cronico.