Rapine e lesioni: così la gang di ragazzini tunisini si “integrava” nel centro di accoglienza
Due rapine nel centro di accoglienza che li ospitava, un’aggressione ai danni di chi voleva denunciarli e un furto in un supermercato. Sono gli episodi per i quali il Tribunale per i minorenni di Messina ha chiesto l’arresto in carcere di sette minori non accompagnati. Tutti sono tunisini e all’epoca dei fatti erano ospiti di un centro di accoglienza messinese. La polizia ha eseguito le misure a carico di sei componenti del gruppo, mentre il settimo è attualmente ricercato: lo scorso 11 febbraio è fuggito dalla struttura di accoglienza dove era stato ricollocato.
Dalla gang di tunisini rapine e lesioni
Per i sette minori, arrestati tra Messina, Taormina, Enna e Roma, le accuse a vario titolo sono di furto aggravato; rapina aggravata; violenza privata; lesioni personali. I reati si sono consumati in un lasso di tempo che va dal dicembre 2020 allo scorso gennaio. Le indagini hanno permesso di ricostruire due episodi di rapina, una tentata e l’altra consumata, ai danni di altri ospiti del centro di accoglienza e una vera e propria aggressione nei confronti di chi, all’interno del centro, voleva denunciarli.
Il pestaggio di chi voleva denunciare
In particolare, nel pomeriggio dell’8 gennaio scorso i sette minorenni hanno costretto la vittima a consegnare loro una banconota da 20 euro. Stesso canovaccio per la tentata rapina della notte del 12 gennaio quando, puntando alla gola della vittima un coltello e colpendola ripetutamente, hanno cercato di derubarla. Il giorno dopo, il branco ha aggredito chi voleva denunciare quanto accaduto causando lesioni giudicate guaribili rispettivamente in 10 e 6 giorni.
Le proteste violente durante i trasferimenti
Al gruppo viene contestato anche un furto in un supermercato. «Durante i trasferimenti in altre strutture – hanno spiegato gli investigatori – i sette minori hanno dato vita a forme di protesta, violente e convulse, e a tentativi di fuga, nonché ad atti di autolesionismo».