Ufficiale, la novità per chi non fa il vaccino: l’annuncio di Draghi
Obbligo di vaccinazione per medici e infermieri che sinora hanno rifiutato l’immunizzazione, scudo penale per gli operatori sanitari impegnati nelle somministrazioni e ampliamento degli indennizzi per chi, a seguito del vaccino, subisce lesioni permanenti. Sono i contenuti di un decreto al quale il Governo lavora in queste ore: un dossier nelle mani della ministra della Giustizia Marta Cartabia (da giudice costituzionale firmò una delle sentenze con cui la Consulta ha sostenuto la legittimità dell’obbligo vaccinale) assieme ai ministri della Salute e del Lavoro e alla presidenza del Consiglio.
Il provvedimento potrebbe approdare presto al Consiglio dei ministri, forse già la prossima settimana. La misura è stata annunciata da Mario Draghi nella conferenza stampa di venerdì 26 marzo: «Il governo intende intervenire: non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati» ha detto il premier. Una futura legge per l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari che pur essendo a contatto con i malati decidono di non immunizzarsi dovrebbe prevedere sanzioni graduali che vanno dalla la sospensione fino al licenziamento.
Ma come alternativa per evitare il proliferare di contenziosi, si studia l’ipotesi di un cambio di mansioni per chi continua a rifiutare il vaccino. La cornice dell’intervento è, da una parte, l’articolo 32 della Costituzione («La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività… Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge»), dall’altra la Corte costituzionale con più sentenze ha riconosciuto la possibilità di imporre l’obbligo vaccinale.
Una delle ultime è proprio quella firmata da Cartabia, con la quale vennero bocciate tutte le questioni sollevate dalla Regione Veneto contro l’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione a scuola, reintrodotto nel 2017 dalla legge voluta dall’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Allora la Consulta ritenne «non irragionevole» in quello specifico contesto (un’epidemia di morbillo) il sacrificio della libera autodeterminazione individuale in nome della «tutela degli altri beni costituzionali coinvolti», a partire dalla salute individuale e collettiva.
«Per i medici la vaccinazione – ha detto Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri – è anche un dovere deontologico, in quanto hanno il dovere etico di tutelare se stessi e gli altri. Credo sia necessario analizzare il fenomeno e capire davvero di che numeri parliamo». L’intervento del governo è mirato alla “quota residuale” di operatori sanitari che non hanno aderito alla campagna vaccinale. Tra i medici ospedalieri la stima oscilla tra 1.140 e 2.280 su un totale di 114.000, il che vuole dire che sono tra l’1 e il 2% del totale. Tra gli infermieri dipendenti dal Servizio sanitario nazionale i “no vax” sono un centinaio su un totale di 254mila.
Il decreto dovrebbe introdurre l’obbligo non per tutti gli operatori sanitari ma solo per quelli che sono a diretto contatto con i pazienti. Potrebbe riguardare dunque oltre chi lavora in corsia, anche i medici di famiglia. Nel decreto del governo dovrebbe rientrare anche uno «scudo penale» per gli operatori sanitari impegnati nelle somministrazioni (medici, infermieri, farmacisti). Fatti salvi i casi di «colpa grave». «Stiamo affrontando una malattia che è comparsa solo un anno fa e ci siamo esposti in termini di responsabilità – avverte Anelli – quindi crediamo si debba intervenire sul trattamento del Covid nel suo complesso, non vogliamo travolgere le regole della giustizia ma occorre una interpretazione della colpa grave lasciando solo alcune situazioni eclatanti».