La Lamorgese bacchetta gli italiani: “Controlli capillari, serve senso civico”
La situazione italiana ha spinto il governo a inasprire ulteriormente le misure per contrastare la diffusione del Coronavirus: il decreto legge valido dal 15 marzo fino al 6 aprile, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, stabilisce nuove regole restrittive.
Dunque agli italiani verranno chiesti ennesimi sacrifici, dopo un anno di rinunce e privazioni di libertà. Lo sa benissimo Luciana Lamorgese, che si dice pienamente consapevole della stanchezza provata dai cittadini: “Purtroppo, a causa della crescita dei contagi, gli italiani sono chiamati ad altri sacrifici dopo un anno di forti limitazioni non facile per le famiglie e le imprese. Come sempre, le forze di polizia, i militari e le polizie locali faranno la loro parte per svolgere controlli capillari sul territorio. Ma un effettivo rispetto delle regole, che in questo contesto è finalizzato alla tutela della salute di tutti i cittadini, dipende soprattutto dai comportamenti individuali e dal senso civico che ci deve legare come comunità nazionale”. Dunque per le strade le forze dell’ordine vigileranno sul rispetto delle regole da parte degli italiani, che devono dotarsi di buonsenso perché specialmente dal loro atteggiamente dipende un miglioramento o un peggioramento del quadro nel nostro Paese.
Il fronte immigrazione
Nell’intervista rilasciata a La Stampa, il ministro dell’Interno ha toccato anche il tema relativo all’immigrazione. Una questione molto divisiva, che però in questi giorni non sembra aver provocato spaccature. Presso il Viminale di recente è stato ricevuto Matteo Salvini e le cose con Nicola Molteni, sottosegretario leghista, sembrano andare per il verso giusto: “Il clima mi sembra positivo. Il confronto deve essere continuo anche perché nel governo c’è davvero bisogno del contributo di tutte le forze della maggioranza”. Inevitabilmente si è parlato dei decreti Sicurezza, convenendo che eventuali modifiche non sono all’ordine del giorno.
Solo il meteo sembra fermare i flussi e probabilmente dovremo aspettarci un’estate piena di sbarchi. Il fenomeno migratorio è complicato da gestire, ammette la Lamorgese, “anche perché sono in aumento, soprattutto dalla Tunisia, gli sbarchi autonomi che possono essere fermati solo in partenza”. L’Italia “sta facendo il massimo sforzo”, anche sollecitando l’Unione europea, per avviare nuove forme di partenariato con azioni “finalizzate al contrasto alle organizzazioni criminali che lucrano sulla tratta di esseri umani”. Nel frattempo i naufragi in mare continuano a ripetersi, e in tal senso le condizioni di instabilità dei governi di alcuni Paesi di origine e di transito dei flussi migratori “vanno considerate come elemento di difficoltà”.
Anche il premier Mario Draghi in Parlamento ha sottolineato l’importanza di una risposta europea al tema in questione. Il suo approdo a Palazzo Chigi, ad esempio, potrebbe far ripartire la trattativa tra i Ventisette sul Patto per l’asilo e l’immigrazione. “Da tempo l’Italia ha improntato la sua azione a Bruxelles sulla necessità di costruire politiche europee in materia di migrazione e asilo ispirate ai principi di solidarietà e responsabilità equamente condivisa tra tutti gli Stati membri”, ha dichiarato la Lamorgese. Che ha ribadito a gran voce come l’Italia non sia sola su questo fronte: “Il confronto con i Paesi mediterranei della Ue è continuo. Sabato prossimo avremo un incontro ad Atene con Grecia, Cipro, Malta e Spagna”.