AstraZeneca, in Danimarca stop al vaccino. In Italia gli effetti collaterali ancora poco studiati
Stop all’uso del vaccino AstraZeneca in Danimarca per il rischio di effetti collaterali potenzialmente seri. Lo ha deciso il ministro della Salute. Lo stop arriva dopo diversi casi di formazione di coaguli di sangue e problemi di circolazione in persone vaccinate. Il ministro Magnus Heunicke ha comunque precisato, su twitter, che non è ancora chiaro se tali problemi sono legati al vaccino.
Anche in Austria due casi sospetti dopo il vaccino con AstraZeneca
Nei giorni scorsi Vienna aveva sospeso la somministrazione del farmaco anglo-svedese dopo due casi sospetti: la morte di un’infermiera e un’altra infermiera ricoverata. Ma L’Ema ha smentito che vi fosse un nesso causale tra il vaccino e i due casi segnalati. “Al momento – ha dichiarato l’Agenzia europea del farmaco – non ci sono indicazioni che la vaccinazione abbia causato queste condizioni, che non sono elencate come effetti collaterali di questo vaccino”.
AstraZeneca e gli altri, il report dell’Aifa sugli effetti collaterali in Italia
L’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, sta monitorando anche nel nostro Paese il nesso tra vaccinazioni e casi gravi segnalati subito dopo. Intanto nel secondo report sulla sorveglianza sottolinea che febbre, cefalee, dolori muscolari, brividi e nausea sono gli eventi avversi più segnalati (93%). Complessivamente al 26 febbraio 2021 sono state valutate 30.015 le segnalazioni su un totale di 4.118.277 dosi somministrate per tutti i vaccini.
Le segnalazioni gravi sono il 6,1%
Le segnalazioni gravi, per le quali è in corso la valutazione del nesso causale con le vaccinazioni, corrispondono al 6,1% del totale, con un tasso di 44 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino e dalla dose somministrata. Mentre il 93,6% delle segnalazioni è riferito a eventi non gravi e risulta in linea con le informazioni già presenti nel riassunto delle caratteristiche del prodotto dei vaccini.
L’Aifa conferma i profili di sicurezza
I dati, si legge in una nota Aifa, confermano i profili di sicurezza. Le segnalazioni di cui parla il report riguardano soprattutto il vaccino Pfizer/BioNTech (96%), che è stato il più utilizzato e solo in minor misura il vaccino Moderna (1%) e il vaccino AstraZeneca (3%). Il tasso di segnalazione per questi vaccini è di 729 ogni 100.000 dosi, “più elevato di quello che abitualmente si osserva per altre vaccinazioni, per esempio quella antinfluenzale, ma coerente con i risultati degli studi clinici e indicativo della speciale attenzione dedicata a questa vaccinazione”, chiarisce l’Aifa. L’età media dei protagonisti delle segnalazioni è di 46 anni coerente con l’età media dei vaccinati, in gran parte operatori sanitari.
Altro dato che viene evidenziato è che la frequenza cumulativa di segnalazioni non è differente tra prima e seconda dose per i vaccini Pfizer e Moderna, mentre per il vaccino AstraZeneca non vi sono ancora iniezioni di seconde dosi, previste dopo 12 settimane. Gli eventi segnalati sono insorti prevalentemente lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno successivo (87% dei casi).