Insulti alla Meloni, si dimette il direttore della radio
Salta un’altra testa per i violenti insulti sessisti pronunciati in una diretta video dal professore fiorentino Gozzini («vacca», «scrofa», «rana dalla bocca larga», «pesciaiola»).
Sono servite due settimane, forse perché la vittima è una donna di destra quindi è considerato meno grave, però dopo la sospensione (ma solo per tre mesi) del docente dell’università di Siena, sono arrivate le dimissioni del responsabile dell’emittente radiofonica fiorentina «Controradio» (di estrema sinistra, fa parte del gruppo di Radio Popolare) che ha trasmesso il delirio sessista di Gozzini. Il direttore di quella radio locale ha infatti condotto l’intervista in cui Gozzini ha vomitato gli insulti contro la Meloni, ma senza minimamente intervenire, così come non è intervenuto l’altro ospite, lo scrittore Giorgio van Straten, di area Pd (che infatti lo aveva infilato nel cda Rai un decennio fa) se non per suggerire per la Meloni l’epiteto di «peracottara» al posto degli altri insulti. Contro il direttore della radio, il napoletano Raffaele Palumbo, si sono addirittura rivoltate le giornaliste della sua stessa redazione, offese «da questo linguaggio discriminatorio e sessista che non ci rappresenta in alcun modo e che combattiamo ogni giorno. È dunque doppia l’amarezza e la rabbia per quanto avvenuto ai nostri microfoni» hanno scritto in un comunicato. E così, dopo molti giorni, sono finalmente arrivate le doverose dimissioni del direttore della radio, ma solo – fa sapere nella nota in cui annuncia di lasciare l’incarico – «per riflettere su quanto accaduto» e «difendere l’onorabilità della radio». Quindi non è affatto escluso che dopo una pausa giusto per calmare le polemiche il giornalista torni a fare quello che faceva prima, come potrebbe fare del resto proprio Gozzini, che il rettore ha sospeso dallo stipendio soltanto per tre mesi, sempre che il consiglio di disciplina dell’ateneo non deciderà una sanzione più pesante. Nessuna conseguenza per Van Straten, il consiglio regionale della Toscana ha infatti bocciato l’ordine del giorno presentato dal centrodestra che prevedeva la sua rimozione dalla presidenza della Fondazione Alinari, organismo che fa capo alla Regione guidata dal Pd. Chissà cosa sarebbe successo se la donna oggetto di insulti fosse stata una ministra del Pd.
Nel frattempo Fdi ha denunciato un’altra aggressione verbale, questa volta da parte di un docente di Avellino, Luigi Anzalone, ex consigliere regionale Pd, che in un post sui social ha espresso solidarietà a Gozzini per gli insulti alla Meloni da lui giudicati «oggettivi», consigliando però la prossima volta di non sprecare tempo con la leader di Fdi ma soltanto di «schifarla». Post poi subito cancellato. Poi il vignettista comunista Vauro, in tv, ha rifiutato di esprimere solidarietà alla Meloni perché «ha cavalcato la xenofobia e il fascismo» e dunque può essere insultata. La Meloni ha minacciato querele ma lui insiste: «Pronto a ripetere tutto in tribunale»