Il M5S perde altri pezzi: l’ex candidato sindaco è passato con la Lega
Prima la corsa alla carica di sindaco di Verona col Movimento Cinquestelle nel 2017, quando ottenne il 9,5% e dovette accontentarsi di un ruolo di vicepresidente del consiglio comunale a seguito della vittoria del centrodestra con Federico Sboarina, ora il passaggio alla Lega.
Questo il percorso di Alessandro Gennari, che dopo anni di opposizione nell’assemblea passa a sostenere il primo cittadino in carica della città scaligera.
Pomo della discordia con gli ex colleghi di partito l’eccessivo asservimento dimostrato dal direttivo nei confronti del premier Mario Draghi, come spiega lui stesso nel corso di un’intervista concessa a ItaliaOggi.”Non è stata una scelta facile”, ammette l’ex grillino. “La goccia che ha fatto traboccare il vaso è il voto su Rousseau sull’entrata nel governo Draghi. Si può accettare tutto, ma si può anche scegliere un’altra strada. A testa alta. Ero già in disaccordo sul governo polpettone con Pd e Leu, ma il governo Draghi proprio no”.
Il fatto è che anche la Lega di Matteo Salvini ha spalancato le porte all’ex governatore della Bce. Quale sarebbe la differenza tra le due posizioni? Per Gennari c’è una distanza sostanziale tra Carroccio e M5S: “La Lega non è appiattita su Draghi, ha una posizione autonoma e considera l’esecutivo una transizione d’emergenza mentre il M5s sta andando all’abbraccio col Pd ed è più organico rispetto a Draghi”.
Tanto il clamore suscitato dall’oramai ex vicepresidente del consiglio comunale di Verona (ruolo per il quale ha dato le proprie dimissioni), punto di riferimento locale per i grillini. “Non sono mai stato un uomo di sinistra e se sono stato protagonista anche nelle battaglie sui temi cari alla sinistra, tra cui le politiche sociali, l’innovazione, le politiche giovanili, è perché sono una persona dal pensiero libero e non perché faccio parte di una sigla o di uno schieramento”, spiega ancora durante l’intervista Gennari.”Di tutte le battaglie che ho portato avanti, quella per i teatri e le fondazioni lirico sinfoniche, è quella a cui tuttora tengo di più. Tutte le soluzioni che avevo portato al mio ex movimento erano cadute nel vuoto, vuoi per equilibri di governo, vuoi per mancanza di intraprendenza di chi sta a Roma”.
Ma a lasciare ancor più l’amaro in bocca all’ex pentastellato sono stati gli inattesi esiti delle ultime votazioni su Rousseau, che lo hanno visto remare in direzione opposta rispetto alla linea del partito ed alla maggioranza degli iscritti.”Ho capito che io o il movimento siamo diventati qualcosa di diverso. Il M5s ha tagliato i ponti col suo Dna, con le sue radici e ha deluso milioni di cittadini. Per rispetto della mia persona e dei dieci anni che ho dedicato al M5s, cosa avrei dovuto fare? La Lega mi ha cercato, abbiamo parlato a fondo, l’ho trovata aperta e inclusiva e quindi ho deciso di aderire”.
Spesso critico nei confronti del Carroccio, in passato Gennari aveva esplicitamente attaccato Salvini e l’idea della formazione del primo governo di Conte, la variante “gialloverde”. Oggi, invece, viene accolto a braccia aperte dal segretario veronese della Lega Nicolò Zavarise. “Si tratta del primo passaggio in città di un consigliere di minoranza alla maggioranza e questo significa che il nostro partito è attrattivo. Oggi più che mai abbiamo bisogno di concretezza e quando la politica riesce ad essere concreta, come nel nostro caso, diventa anche inclusiva. Gennari è una persona di alto profilo, ha uno spessore importante, è stato candidato sindaco. Il fatto di poterlo avere nella squadra è motivo di orgoglio”.
All’enfasi del Carroccio fa da contraltare l’ira dei dem e del movimento guidato dell’ex sindaco Flavio Tosi. “Si tratta di un’auto-sconfessione e un pentimento per le battaglie che lui ha condotto in questi anni contro la giunta Sboarina e in particolare contro esponenti leghisti ad esempio sui temi dei diritti civili o sul cambiamento climatico”, si legge in un comunicato congiunto. “Non si giustifica il suo ingresso in una maggioranza tenuta insieme soltanto da rapporti di potere e spartizione delle poltrone”. Dure anche le parole del consigliere Pd Elisa La Paglia: “I casi sono due: o ha recitato fino ad adesso o reciterà da oggi. Insomma un personaggio in cerca d’autore… e forse di riconferma”.