Vaccino, 720mila dosi ai “furbetti” che saltano la fila: il caso che imbarazza Domenico Arcuri
Sono 720mila i vaccinati che non fanno parte però delle categorie essenziali previste dal piano contro il Covid, organizzato dal ministro della Salute, Roberto Speranza con il commissario Arcuri. Il sospetto è che si siano infilati gli imbucati, i furbetti, i raccomandati, gli amici e i parenti. Tra questi privilegiati anche il personale non medico che lavora negli ospedali e nelle Asl. Nessuno di questi 720mila vaccinati sono in prima linea, come aveva deciso invece il governo Contee.In più c’è la situazione non chiara degli operatori sanitari e sociosanitari che, secondo i dati ufficiali, hanno già ricevuto più di 2,3 milioni di dosi.
“Se prendiamo per buoni i numeri Istat dovremmo avere già immunizzato la totalità del settore sanitario. Inoltre ciò che salta subito all’occhio è che sono state iniettate 3.171.394 milioni di dosi a chi ha meno di 70 anni, a fronte delle 1.031.551 concesse a chi ne ha di più. Tradotto: chi rischia di meno ha preso il triplo dei vaccini di chi rischia davvero la vita se viene infettato dal Covid”, scrive il Tempo. Gli over 80, infatti, fino ad adesso hanno ricevuto 886mi1a dosi, con 4,2 milioni già iniettate in tutta la popolazione. La fascia d’età tra 70 e 79 anni è la meno vaccinata del Paese (145mi1a dosi).
Nelle Rsa non va meglio: 395mila dosi somministrate, ma l’obiettivo era di metterne a disposizione oltre un milione per coprire tutti i 570mila aventi diritto che sono ospiti nelle strutture residenziali assistenziali. Sui vaccini poi le regioni non hanno un piano comune: la Toscana ha deciso di iniettare il siero di AstraZeneca a chi lavora nella giustizia. Sicilia e Puglia vogliono fare lo stesso. Si sta iniziando a vaccinare anche chi lavora nelle università. La Lombardia sarà la prima a farlo. Poi le Marche e anche la Sicilia. Nelle scuole è partita la vaccinazione del personale scolastico (125mila dosi somministrate finora). Per il virologo Roberto Burioni, è vero che “ci mandano pochi vaccini, ma se quelli che ci arrivano rimangono nei frigoriferi il guaio diventa ancora maggiore”.