Non è l’Arena, scontro sulle mascherine tra Massimo Giletti e Peter Gomez: “State calmi, voglio spiegazioni”
Si scaldano gli animi a Non è l’Arena. Nella puntata di domenica 28 febbraio lo scontro è tutto sulle mascherine coreane. Da una parte Massimo Giletti, dall’altra Peter Gomez. A raccontare la disponibilità dei dispositivi di protezione sono il senatore Massimo Mallegni, che li aveva cercati nella prima ondata della pandemia Covid trovandone ad un prezzo favorevole, e Pier Luigi Stefani, che ebbe addirittura una proposta di 100 milioni di mascherine a 70 centesimi. In entrambi i casi nulla di fatto. “Cento milioni di mascherine sono andate in America, in Spagna, in Germania”, commenta il conduttore di La7 raccontando di averle usate insieme alla redazione.
“Io di questa vicenda ho chiesto ai miei cronisti di occuparsene e ci è stato riferito che il primo problema fu che il Cts non aveva ancora validato le KN94 e che il secondo problema è legato al fatto che la struttura commissariale aveva deciso di non aderire a proposte con l’anticipo del 10 per cento visto quello che era accaduto in Lombardia e in Lazio”, la replica del direttore del Fatto Quotidiano.it. Un’uscita che fa sbottare Giletti: “Stiamo parlando della Kirin, una grandissima azienda, non un negozio che si spaccia per altro”.
Il botta e risposta non si limita a questo. “Ma il Cura Italia lo prevedeva, in ogni caso comunque bastava una telefonata – rincara la dose il conduttore -. Ognuno ha le sue posizioni, ma io ti ribadisco che ne sono state vendute milioni all’estero. Io le ho usate. Chi le ha fatte entrare in Italia?”. Immediata la spiegazione di Gomez che ancora una volta tira in ballo il Comitato tecnico scientifico ricordando che le mascherine adeguate erano altre. “E adesso possono arrivare, ora arrivano, lo sai? Allora non arrivavano. Perché prima no e ora sì? Posso chiederlo? Se non va bene, non va bene mai”, la reazione stizzita del conduttore di Non è l’Arena.
E ancora visibilmente innervosito: “Io le ho usate, sono arrivate tramite la Germania. L’Italia ha bisogno di risposte serie dalla struttura commissariale. Qualcuno mi deve spiegare perché non sono state prese in Italia? Sono arrivate tramite la Germania quando potevamo averne 100 milioni a 70 centesimi. Anziché querelare bisogna rispondere alle domande. La querela e non rispondere alle domande sono i motivi per cui questo Paese è finito in questo modo”. Infine la frecciata ai collaboratori dietro le quinte: “State calmi dietro le camere, vado avanti un minuto, ok? State tutti tranquilli”. Già, la pubblicità incombeva ma Giletti prima voleva dire la sua.