Tre pattuglie per multare la conferenza stampa di FdI: «Prove di regime» a Reggio Emilia


In otto, distanziati, con le mascherine e impegnati in un’attività più che legittima: una conferenza stampa. Eppure sono stati multati per assembramento. È successo agli esponenti di FdI di Reggio Emilia che oggi hanno organizzato l’incontro per ufficializzare l’ingresso del deputato Gianluca Vinci nel partito. Al termine della conferenza stampa, proprio per evitare anche il più piccolo assembramento, gli esponenti di FdI sono usciti in strada. Ed è lì che sono stati raggiunti da ben tre pattuglie della polizia municipale«Un fatto gravissimo», ha commentato il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, annunciando un’interrogazione al ministro Luciana Lamorgese.

Tre pattuglie per elevare 8 multe

Dopo la conferenza stampa, «abbiamo preso due bottiglie per brindare e, visto che la sala era piccola, siamo usciti sul marciapiede e l’abbiamo stappata, così da poter stare distanziati», ha raccontato Vinci all’Adnkronos. «In tutto – ha chiarito – saremo stati in otto. Tuttavia sono arrivate tre pattuglie della polizia municipale: una è andata via mentre le altre due, con sei agenti, ci hanno contestato l’assembramento». Lo spiegamento di forze dell’ordine e le multe, oltre che per l’inconsistenza del presunto assembramento, sono apparsi eccessivi anche alla luce del fatto che quella in cui si trovavano gli esponenti di FdI «era una via del centro deserta» e «le manifestazioni politiche sono consentite». Inoltre, «a pochi passi, invece, nel centro pedonalizzato, era pieno di gente».

E se fosse stata una sede del Pd?

«Mi chiedo, fosse stata una sede del Pd con 100 persone dentro, se avrebbero ricevuto una contestazione di questo tipo», ha commentato Vinci. La vicenda per FdI non finisce qui. Gli esponenti del partito, fra i quali il coordinatore provinciale Alberto Bizzocchi e il vicecoordinatore regionale Alessandro Aragona, insieme a Vinci, infatti, annunciano che si rivolgeranno al prefetto per «spiegare come sono andati i fatti».

Lollobrigida: «Gravissimo, Lamorgese chiarisca»

Ma il caso è già proiettato sulla scena nazionale. Il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida, infatti, ha annunciato una interrogazione al ministro Lamorgese. Per il deputato «quanto accaduto è lesivo delle prerogative di un movimento democratico rappresentativo di milioni di italiani e della dignità della libertà delle persone garantita dalla Costituzione». «In una democrazia avanzata un clima da regime è inaccettabile e le libertà costituzionali non possono essere calpestate per nessuna ragione», ha proseguito Lollobrigida, parlando di episodio «gravissimo» ed esprimendo la solidarietà di tutto il gruppo agli esponenti politici e ai cittadini «ingiustamente sanzionati».

I deputati di FdI: «A Reggio Emilia prove di regime»

«Non saranno queste prove di regime a soffocare l’unica opposizione al governo Draghi: noi non ci faremo intimidire», ha detto quindi il deputato bolognese Galeazzo Bignami, mentre il collega Tommaso Foti ha puntato l’indice contro il sindaco Luca Vecchi. «Il compagno Vecchi non si smentisce: fa finta di non vedere, e tiene bordone a chi cerca di limitare l’agibilità politica delle destra», ha detto Foti, ricordando un precedente della campagna elettorale e sottolineando che «il silenzio del sindaco rispetto a questa vicenda è identico a quello registrato in occasione del tentativo di silenziare il comizio di Fratelli d’Italia». «Legittimo è il dubbio: ma Vecchi è il sindaco di tutti o l’ultimo degli eredi della rivoluzione d’ottobre?», ha quindi chiesto Foti.

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