M5S, esplode l’ira degli esclusi: “Le nomine? Sono una porcata”

È stato un Consiglio dei ministri acceso quello che ha visto la conferma delle nomine dei sottosegretari di governo.

Era necessario sciogliere alcuni nodi, che a un certo punto hanno portato anche a una empasse che ha costretto alla sospensione. Ma oltre a queste tensioni, prevedibili in una maggioranza così ampia, ce ne sono state delle altre intestine all’interno del Movimento 5 Stelle, dove c’è stata una forte rivolta per la scelta dei nomi dei sottosegretari.

La rabbia degli esclusi nel MoVimento è stata tanta ed è corsa sia sulle chat dei parlamentari che a Montecitorio, dove alcuni esponenti si trovavano ancora a tarda sera in attesa della fine del Consiglio dei ministri. L’Adnkronos riporta di tensioni esistenti piuttosto forti tra gli eletti, tra quali ora serpeggia un certo malumore che nasce da diverse aspettative per le nomine dei sottosegretari. La lista è stata consegnata ieri a Palazzo Chigi da Vito Crimi e già oggi nel pomeriggio, diverse ore prima che il Consiglio dei ministri venisse convocato nel cortile di Montecitorio pare si sia riunito un cappannello di grillini, tra i quali era presente anche Stefano Buffagni, uno degli esclusi eccellenti dalla lista dei sottosegretari.

Il grillino ha ricoperto quel ruolo sia nel governo Conte I che che nel Conte II e sembrava certa una sua riconferma nella squadra di Mario Draghi. Era addirittura in lizza per guidare il ministero della Transizione economica, quindi era lecito aspettarsi una nomina come sottosegretario. Ma, come si dice, Buffagni è uscito cardinale dal conclave delle nomine. Circolano alcune teorie sulle motivazioni della sua escluisione e una di queste è di natura geografica. Infatti, come riporta anche l’Adnkronos “Buffagni paga la provenienza geografica – Lombardia, tra le Regioni più inflazionate nella composizione dell’esecutivo – ma, secondo molti, anche le frizioni con il capo politico Vito Crimi, che ha guidato i ‘negoziati’ per il sottogoverno”.

Ora la rabbia tra i grillini è tantissima. “È’ stata una porcata!”, avrebbe urlato un parlamentare, anche per farsi sentire da chi di dovere. “Siamo diventati un ufficio di collocamento, altro che navigator…”, commenta un altro. A essere più infuriati sono i parlamentari campani, che nelle chat di gruppo esprimono tutta la loro delusione per essere così poco rappresentati nella squadra di governo. Pare, per esempio, che avessero “espressamente chiesto” di avere il sottosegretario al Lavoro, nomina che è stata assegnata alla senatrice marchigiana Rossella Accoto e non alla deputata Maria Pallini. “Nulla di personale nei confronti della portavoce, ma è innegabile che questa decisione rappresenta l’ennesimo boccone amaro da ingoiare. Boccone che si aggiunge a quello mandato giù a fatica rispetto alla chiusura dell’esperienza del governo Conte e alle trattative politiche condotte dai vertici del M5S che ne esce purtroppo fortemente ridimensionato”, spiegano fonti dei parlamentari campani. Ma il MoVimento è riuscito ad assestare un colpo strategico, con Laura Castelli che resta come unica vice ministro di Daniele Franco, pedina fondamentale nel Recovery Plan.

Ci sono, poi, le proteste per l’assegnazione di Ilaria Fontana al super ministero per la Transizione, così come la scelta di affidare la casella della Giustizia ad Anna Macina, che non proviene dalla Commissione Giustizia bensì dalla Affari costituzionali. “È stato un commissariamento!”, azzarda qualcuno. Ma sono molte le lamentele che provengono dai grillini e non è escluso che, dopo le espulsioni dei giorni scorsi, ci possano essere anche deputati e senatori che decideranno di abbandonare autonomamente il MoVimento. “Ne vedremo delle belle”, si sarebbe lasciato scappare un pentastellato.

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