Carlo Sibilia, il neo-sottosegretario che invocava “Mario Draghi in manette”. Il dubbio: il premier senza social-network…
Carlo Sibilia è uno dei volti più inquietanti del Movimento 5 Stelle. E la cosa più grave non è che non abbia né arte né parte – “qualità” comune a gran parte dei colleghi di partito – ma che sia stato riconfermato sottosegretario nonostante le sue idee assurde, fuori dal mondo. Il deputato avellinese, 35 anni, è uno di quelli che non crede allo sbarco sulla Luna, e già questo basta per squalificarlo dal punto di vista intellettuale: nonostante ciò per qualche misterioso motivo che sfugge ai più è stato sottosegretario all’Interno del governo gialloverde, di quello giallorosso e ora di quello di “alto profilo”.
Ovviamente la terza riconferma lo ha costretto a fare inversione a U su Mario Draghi, insultato nel corso degli anni in tutti i modi possibili e immaginabili. Il grillino si è affrettato a cancellare in tutta fretta i post pubblicati sui social contro l’ex presidente della Bce, ma non potrà rimuoverli dalla memoria collettiva. Il Corriere della Sera li ha subito rispolverati alla notizia della sua conferma nel ruolo di sottosegretario.
Sibilia il 7 agosto del 2014 rivolse un sonoro “vaffa” a Draghi, mentre l’11 febbraio 2017 invocò addirittura le manette (“ha dato via al crack Mps. Andrebbe arrestato”), definendolo in un altro tweet un “bankster”. Per comprendere bene il personaggio e il trasformismo grillino basta sapere che Sibilia, il giorno dopo che Sergio Mattarella ha conferito l’incarico a Draghi, si è espresso così: “Sono contento che si stiano creando le condizioni per poter interloquire al meglio con Draghi per formare un governo politico”. Ci si chiede, insomma, se Draghi è consapevole di chi ha piazzato nella sua squadra. E, forse, il fatto che (per fortuna) il premier non abbia i social network, in questo caso per lui è stato un autogol: quelle sparate di Sibilia, negli ultimi giorni, sono circolate tanto. Anzi, tantissimo…