M5s, scissione compiuta: nasce “L’alternativa c’è”. L’adunata ribelle punta a Vigilanza Rai e Copasir
M5s, scissione compiuta: nasce “L’alternativa c’è“. L’adunata ribelle? Altro che opposizione ideologica: punta a Vigilanza Rai, Copasir, fondi della Cassa depositi e prestiti. Dunque, dopo tante evocazioni, a formalizzare il divorzio di fatto in casa 5S, è il summit degli espulsi. I quali, invocando l’aiuto di Di Battista, che si è reso disponibile a organizzare la chiamata a raccolta e l’organizzazione della nuova adunata, dichiarano: «Noi siamo l’alternativa. Sono in arrivo anche altri grillini». E mentre generali e fanteria d’assalto organizzano le truppe dei ribelli, si delineano anche i confini delle richieste al cui interno muovere le pedine sullo scacchiere di incarichi e ruoli strategici. I ribelli M5S a questo punto vogliono accelerare, perché nei prossimi giorni, sottolinea all’Adnkronos il deputato Pino Cabras, «ci sono appuntamenti importanti». Tradotto: gli espulsi 5 Stelle puntano alle presidenze delle Commissioni di garanzia. «Non solo Vigilanza Rai – ammette Cabras – vorremmo dire qualcosa anche su Copasir e Cassa depositi e prestiti».
M5s, scissione compiuta: adunata nel nuovo soggetto politico “L’alternativa c’è”
Dunque, l’alternativa c’è. E a breve, forse, anche il gruppo. Gli espulsi 5 Stelle lavorano alla creazione di un nuovo soggetto politico: oggi l’incontro alla Camera per gettare le basi della nuova componente che nascerà nel gruppo Misto e che, salvo sorprese, si chiamerà “L’alternativa c’è“. «A Montecitorio siamo più di 10», spiega all’Adnkronos sempre Cabras. Che poi aggiunge: «Confidiamo nella possibilità di dar vita a un gruppo in pochi giorni». Per costituire un gruppo alla Camera servono almeno 20 persone. Al Senato, invece, la gestazione potrebbe essere più lenta perché il regolamento richiede l’uso di un simbolo che si è presentato alle elezioni. Motivo per cui, già nei giorni scorsi, si è parlato del fatto che i transfughi a 5 S stessero pensando a quello dell’Italia dei Valori.
Non si tratta ancora di un partito: mancano esponenti e simbolo
Insomma, come si evince dalle anticipazioni grilline, non si tratta ancora di un partito. Anche se i ribelli non escludono di andare presto dal notaio per fondare l’associazione con tanto di simbolo, ma di una «sponda parlamentare con cui intendiamo dare un aiuto modesto e paziente alla costruzione di una opposizione in Italia. Un’alternativa politica, plurale», prosegue Cabras mimetizzando in parole e perifrasi che provano a occultare rivendicazioni e malcontento, l’idea di un progetto “alternativo” e “pluralista”. Laddove, è ormai chiaro, l’alternativa è quella interna al M5S stesso, mentre sulla pluralità di vedute e programmi… Per ora, insomma, spazio alle dichiarazioni d’intento.
Di Battista alla guida della diaspora grillina?
La domanda, comunque, a questo punto sorge spontanea: Alessandro Di Battista, che ieri ha ufficializzato l’uscita dal M5S, sarà il punto di riferimento dei ribelli? «Ci piacerebbe che ci fosse anche Di Battista, ma non guardiamo solo a lui – replica Cabras all’Adnkronos –. Per ora Alessandro ha scelto la collocazione del libero pensatore». Un «libero pensatore» che dichiara via social. Che fa trapelare disponibilità e aperture. Che ribadisce dissenso e rottura rispetto al Movimento archetipico. E che, soprattutto, non pare certo storcere il naso alle sollecitazioni rivolte dai colleghi della diaspora, «a dare una mano».
I ribelli accelerano: puntano a Vigilanza Rai, Copasir e Cassa depositi e prestiti
Detto ciò, strizzatine d’occhio al “Che di Roma nord” a parte, per ora l’unica certezza dell’Alternativa pentastellata è che, andando all’opposizione, l’adunata dei grillini della diaspora farebbe compagnia a Fratelli d’Italia, unico partito finora ad aver negato il suo ingresso al governo Draghi. Ma non è solo per la fretta di andarsi a piazzare tra i banchi dell’opposizione l’unico motivo che induce gli ex grillini a una certa solerzia. I ribelli M5S vogliono accelerare soprattutto perché nei prossimi giorni, guarda caso sottolinea sempre Cabras, «ci sono appuntamenti importanti». Tradotto: gli espulsi 5 Stelle puntano alle presidenze delle Commissioni di garanzia. «Non solo Vigilanza Rai – ammette Cabras –. Vorremmo dire qualcosa anche su Copasir e Cassa depositi e prestiti». Nient’altro?
Altro che «nuova casa dei dissidenti M5S»…
Per ora, sembrerebbe di no. Gli alternativi all’alternativi a 5 stelle si limitano a dichiarare intenti e prospettive dei ribelli M5s. Che, attraverso le parole di un’altra espulsa, la deputata siciliana Maria Laura Paxia, insistono a dire: «L’alternativa c’è aspira a diventare la nuova casa dei dissidenti M5S». Dunque, presto altri grillini potrebbero lasciare il Movimento per migrare nel nuovo gruppo. «Ci sono colleghi che osservano con interesse le nostre mosse. Penso che a breve arriveranno altri parlamentari». L’emorragia continua, anche se si prova a canalizzare il flusso...